Di Francesco, via i sassolini “In Europa qui s’è vinto poco”

12/09/2017 13:42

LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Francesco fa capolino all’allenamento, spuntando con un sorriso sardonico da dietro i cespugli di Trigoria, a dare la benedizione a Eusebio . L’allenatore è al rito di iniziazione in , ne ha bisogno. Il ritorno della Roma sul palcoscenico dei grandi è dipeso molto anche da lui, il travet che studia da allenatore – vedessi mai… - e si smalizia al mondo del calciomercato andando a zonzo con l’andaluso Monchi: il secondo posto è stato l’ultimo traguardo della sua carriera, mentre l’accoppiamento con l’Atletico di Simeone e il Chelsea di è stato poi un suo scherzo personale al sorteggio Uefa. Peggio di così… La della Roma oggi si prospetta come la sfinente risalita dei salmoni sulle rapide canadesi.
L’ultima volta che la Roma ha annusato profumo di era l’agosto di un anno fa, il Porto la sbatté malamente fuori, retrocedendola nella serie B d’Europa. Mentre nell’edizione precedente (2015-2016), appena sei mesi prima, il le fece 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno, fuori agli ottavi. Dunque l’esordiente e anche un po’ sperduto Eusebio , col suo Erasmus fresco fresco, può già confortarsi e farsi coraggio: peggio dello smaliziatissimo, e ora osannatissimo a Milano, Luciano non potrebbe fare. E infatti l’abruzzese che non è stupido non l’ha mandato a dire: «Negli ultimi anni la Roma in ha vinto pochino». Insomma tranquilli, nessuno alla Roma può dare lezioni d’Europa.
Certo le dieci partite di Europa League col di
sono niente di fronte alle 56 partite e due finali di League del Cholo Simeone che stasera piloterà il suo Atletico all’Olimpico col suo calcio ruvido, materiale e quasi preistorico. , , dovranno trascinare una squadra che di esordienti non ha soltanto il 48enne allenatore, ma almeno tre-quattro giocatori: i difensori e Juan Jesus, Defrel, mentre il e perfino l’espertissimo hanno appena una partita di nel loro score di carriera. Senza contare che l’esordiente che tutti avrebbero invece voluto vedere, e cioè Patrik Schick, costato ben 42 milioni, non c’è perché dolorante a una coscia e dunque la Roma per il momento se lo è perso. Una pattuglia variamente assortita di veterani e debuttanti al battesimo del fuoco.
L’unica parola forte che usa è “battaglia”. La matricola è educata, rispettosa, perfino troppo brava e scolastica. Altri – un o un Mourinho – avrebbero dato fuoco alle polveri in qualsiasi maniera, ma non il buon Eusebio. Mentre , e si prendevano la testa della classifica, la Roma – complice anche il rinvio della partita con la Samp – usciva dai radar. «L’ultima partita che abbiamo giocato, quella con l’, l’abbiamo persa; poi a Genova non siamo andati col vantaggio di preparare meglio la gara con l’Atletico ma anche col rischio di ingolfamento quando rigiocheremo. E comunque anche Simeone ha fatto riposare parecchi giocatori in campionato. Per il momento siamo stati dimenticati, ma è abbastanza normale. Dovremo cercare di giocare come in quei primi 70 minuti con l’, sarà una battaglia, possiamo fargli male». Parole grosse.