Nainggolan: "Nessuno tocchi Di Fra"

15/09/2017 16:34

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI / D. LO MONACO) - Nel mondo di è tutto piuttosto semplice. Basta vivere (e quindi respirare, pensare, giocare, parlare, mangiare, bere, dormire e magari fumare) secondo la propria inclinazione: «Io sono fatto cosi. Amo il calcio e amo la vita. E devo dire che le cose mi riescono piuttosto bene. Se questo non dovesse più accadere ne terrò conto. Ma intanto me la godo». E questo è anche il motivo per cui al Romanista abbiamo scelto, chiesto e, ieri, intervistato proprio lui. Volevamo una chiacchierata franca, un po' fuori dagli schemi, con domande schiette e risposte nette, senza girare troppo intorno agli argomenti, dritti in tackle come piace a lui, che poi si rialza come se niente fosse accaduto, e semmai se ne verificano dopo le conseguenze. E la chiacchierata è venuta fuori bella e intensa come ce l'aspettavamo, tanto che abbiamo deciso di centellinarla, un pezzo adesso e tutta lunedì, per concentrarci intanto sull'argomento del giorno di oggi () e domani (il Verona) e lasciare appunto tutto il resto tra qualche giorno, in mezzo tra le sfide col Verona e di Benevento.
E
su ha idee chiarissime: «Troppe chiacchiere su di lui, ma tanto sapete come funziona nel calcio. Hanno messo in mezzo anche , che non ha detto niente di male sull'allenatore. ha le sue idee, è giusto che sia cosi, noi giocatori ci siamo totalmente a disposizione, non può essere ancora tutto perfetto, ci vuole un po’ di tempo e di pazienza, per vedere il gioco che ha in testa lui. Chi dice che non crediamo in lui dice cazzate. Di sicuro l'anno scorso è stata una bella annata, col record di punti, eccetera eccetera. Ma è un capitolo chiuso. Sono andati via giocatori importanti, lo sappiamo, ma quando cambi tanti elementi ci vuole solo tempo, per far inserire nuovi e per avere gioco che vuole l'allenatore».
Un endorsement sussurrato eppure chiarissimo, che stride parecchio con l'idea già molto diffusa che sia stata proprio la diversa posizione in campo del Ninja a scatenare i moti d'insoddisfazione della squadra e magari suoi, in particolare, contro l'allenatore: «Non riesco a capire chi possa dire queste cose, ma che ne sanno?! Per me dieci metri più avanti o più indietro non cambia niente. Dove gioco gioco. Mica voglio negare che lo scorso anno sia stata la miglior stagione per me, ho fatto tanti gol e tante partite importanti. Ma io ho sempre fatto la mezz'ala, ora devo solo riuscire a riabituarmi al ruolo. Io non sono un trequartista, di solito quelli che giocano lì sono i giocatori alla Ronaldinho. Il mio ruolo l'anno scorso è stata un'invenzione di e si e rivelata perfetta per me. Ma ora sono tornato al vecchio ruolo e anche questa posizione è perfetta per me. Stiamo parlando del nulla».
E a ripensare a certe voci fuggite riguardo la (presunta, presuntissima) mancanza di spessore e di carisma di , forse continuiamo ancora a parlare del niente: «
Volete sapere qual è la dote che maggiormente riconosco a questo allenatore? La grande personalità. Sapeva che era difficile sostituire , ma non ha avuto problemi, ci ha spiegato le sue idee e le sta portando avanti con molta decisione, è molto concentrato sulle cose che ci sono da fare. E giocare contro il suo , soprattutto all'Olimpico, vi garantisco che non è stato facile per niente».
Il calendario pone ora alla Roma una serie di partite non impossibili tra campionato e (Verona/Benevento/Udinese/Qarabag), una striscia positiva di risultati potrebbe portare quella tranquillità di cui tutta Ia squadra potrebbe giovarsi: «Sono le partite giuste per mostrare le cose migliori. Il Verona arriverà qui con le ossa rotte dopo il 5-0 subito in casa, ma in fondo non hanno niente da perdere. Ma siamo noi a dover sfruttare al massimo questa combinazione di impegni, dobbiamo vincere e dimostrare che siamo in grado di giocare un bel calcio». E solo allora si potrà ripartire tutti insieme, la squadra e i tifosi: «Allo stadio ancora non c’è tanta gente, con l'Atletico era mezzo vuoto. Quando l'Olimpico ruggisce è più bello, spaventa gli avversari e carica noi. Ma sta a noi riconquistare il nostro popolo, dobbiamo fare risultati in serie e sono sicuro che la gente tornerà. Intanto è tornata la Curva e Ia differenza già si sente».