12/09/2017 14:12
In un momento di grande lazialità (la conquista della Supercoppa italiana contro la Juve e il trionfo in campionato contro il Milan) la Roma debutta in Champions League contro l’Atletico Madrid di Diego Simeone. Uno dei peggiori avversari possibili per tre motivi: 1) l’esperienza europea che, nelle ultime quattro stagioni, ha portato i colchoneros due volte in finale, una volta in semifinale e una volta nei quarti di Champions; 2) l’organizzazione della squadra, che da sempre predilige la difesa e il contropiede al pensiero (quasi) unico del tiki taka nel calcio spagnolo; 3) la lazialità, appunto, del Cholo Simeone che fece parte del club costruito da Sergio Cragnotti con una gestione molto spericolata (eufemismo) della finanza applicata al calcio. Simeone pensa solo al presente: «Rispetto la Roma: noi, loro e il Chelsea abbiamo le stesse possibilità. Ricordo con piacere i miei trascorsi alla Lazio, ma ora penso solo all’Atletico. Nell’ultima partita di Liga ho parlato con i tifosi e ho detto che credo nel futuro del club: abbiamo calciatori giovani e con esperienza, possiamo crescere con il mercato di gennaio e grazie a uno stadio nuovo: tutte cose che mi hanno convinto a restare».
(corsera)