26/09/2017 13:21
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - A cresta alta, anche nella città dove soffia il vento, il nome antico di Baku che, a metà pomeriggio, ha regalato le nuove raffiche da nord ovest a più di 50 chilometri orari. Perché El Shaarawy, l’attaccante ideale per la nuova traccia della Roma (lo ha appena rivelato Di Francesco in persona), qui ha già colpito, tre mesi prima di vestirsi di giallorosso. Non tanto con il Monaco, nella fase a gironi di Europa League, proprio contro il Qarabag (1-1). All’Olimpiya Stadionu, il 10 ottobre del 2015, realizzò con la maglia azzurra il gol decisivo per la qualificazione a Euro 2016. L’Italia di Conte, con un turno di anticipo, ebbe la certezza di andare in Francia. La rete del Faraone, alla fine del primo tempo, servì per il sorpasso definitivo sull’Azerbaigian (poi finì 1-3).
LUNGO DIGIUNO In attesa di conoscere gli interpreti scelti da Di Francesco per il secondo match in Champions, non c’è solo il precedente di El Shaarawy da sfruttare nella notte azera. Anche capitan De Rossi, a prescindere se sarà titolare, ha il suo e sarà il caso di ricordarlo ai compagni (vecchi e nuovi). E’ l’unico reduce dall’ultimo successo esterno dei giallorossi in Champions. Sono passati ormai quasi 7 anni e 11 match, compreso il pari di Oporto nel playoff dell’agosto 2016. Bisogna tornare all’edizione 2011 e addirittura al 3 novembre del 2010: con Ranieri in panchina: vittoria sofferta a Basilea (3-2), con Greco match winner, dopo i gol di Menez e Totti. Da un’ansa del Reno a una riva del Mar Caspio. La sfida di Baku, considerando il valore modesto del Qarabag, sembra la tappa giusta per ritrovare anche in Europa il gusto dimettersi in viaggio.
BUIO A EST La Roma, quando gira per l’Italia, sa come comportarsi. Mercoledì a Benevento, il 9° successo di fila in trasferta.Ok in campionato, non cade fuori dal 29 gennaio (3-2 contro la Sampdoria di Schick che Monchi a fine agosto ha poi portato a Trigoria), ma non in Champions, dove il bilancio dei giallorossi è chiaramente negativo: 5 sconfitte e 6 pareggi. Dopo la vittoria di Basilea, il buio: nel 2010, con la qualificazione già al sicuro, il pari contro il Cluj (1-1); nel 2011, con Montella appena subentrato a Ranieri, la sbandata negli ottavi contro lo Shakthar Donetsk (3-0): nel 2014, gestione Garcia, il ko con il Bayern (2-0) e i punti raccolti contro il Manchester City (1-1) e il Cska Mosca; nel 2015 l’umiliazione contro il Bate Borisov, il crollo contro il Barcellona (6-1) e il pari contro il Bayer Leverkusen (3-2); nel 2016, agli ottavi conquistati dopo 5 anni e con Spalletti da un mese e mezzo al posto di Garcia, la resa contro il Real Madrid (2-0), e in estate l’ultimo pareggio contro il Porto (1-1). Nessuna gara sarà mai facile, come ha ricordato Di Francesco dopo il successo contro l’Udinese. Il Qarabag, dopo il flop allo Stamford Bridge contro il Chelsea (6-0), è scontato che si voglia riabilitare davanti ai propri tifosi. Fermò l’Inter (0-0) nel 2014, fase a gironi dell’Europa League (mai raggiunti i sedicesimi), non replicò l’impresa contro la Fiorentina nel dicembre scorso (1-2). E’ la matricola della competizione, prima volta alla fase a gironi nonostante i 4 titoli consecutivi. La Roma è alla decima partecipazione (undicesima con la Coppa dei Campioni). Ma il rendimento in questo torneo, con appena 2 successi nei 17 match dell’era Usa, suggerisce di non sottovalutare l’avversario. Soprattutto quando ci si sposta ad Oriente: Mosca e soprattutto Borisov sono lezioni abbastanza recenti.