07/09/2017 13:58
Samp-Roma. Una sfida avvinghiata tra il mare Adriatico e l’Appenino, nata su campi polverosi e cresciuta attraverso sogni ad occhi aperti. Fino ad arrivare alla prossima notte di Marassi. La carta d’identità racconta che Giampaolo è nato a Bellinzona, in Svizzera, ma gli spostamenti dei genitori, così come gli ospedali di nascita, non danno l’idea delle radici. Non è un caso che l’allenatore di Giulianova racconti: «Stimo Di Francesco. Ho allenato suo figlio, è stato un piacere. E il papà mi piace». Marco non ha solo allenato Federico Di Francesco. Di fatto, gli ha costruito la carriera dopo che il figlio di Eusebio si era ritrovato disperso tra Parma e Pescara, due buste di una comproprietà con zero euro scritti per il riscatto. Forse, però, gli abruzzesi un problema ce l’hanno. Il motto coniato dal giornalista e diplomatico Primo Levi, «Abruzzo forte e gentile», rende poco l’idea della tenacia che li spinge. Di Francesco, in fondo, ne è la dimostrazione. Da quando è alla Roma, infatti, deve combattere anche contro uno scetticismo strisciante che lo inchioda al passato spallettiano. Con lui ci sono Stefano Romano, di Castiglion Messer Raimondo, collaboratore tecnico, e al vice Francesco Tomei, di Pescara. Sono la dote che Di Francesco porta con sé, pochi hanno la fortuna di poter coniugare amicizia e bravura. Se non bastasse, nella Roma ha cominciato la sua seconda vita anche Morgan De Sanctis, di Guardiagrele. Ora è club manager, pronto anche a prendere il patentino da allenatore. Possibile che non gli servirà mai, ma con l’aria che si respira in Abruzzo, meglio non mettere limiti alla provvidenza.
(gasport)