Il doppio mondo di Dzeko, «Ballerino» tra gol e fischi

09/10/2017 13:47

Un viaggio a Grbavica, quartiere di Sarajevo, dove è di casa. In tanti lo adorano, ma non mancano anche le critiche al numero 9 giallorosso, capitano ma non condottiero di una nazionale che ha mancato il Mondiale. «Quando viene in nazionale non mette lo stesso impegno che mostra nei club, il Manchester City prima e la Roma ora», spiega un altro Edin, che di lavoro fa il tassista. «In Serie A è forte, duro nei contrasti, cattivo – racconta l’amico –. Qui con la Bosnia gioca in punta di piedi, a volte sembra un ballerino». Sembra quasi di riascoltare , quando parlava di uno «poco cattivo» ne ha fatto un ritornello.

Dopo la delusione per la sconfitta per 4-3 con il Belgio,  ha fatto il check-in per l’Estonia e si è rifugiato al bar del primo piano per una chiacchierata con il padre Midhat. «Ho già detto tutto dopo la partita, cos’altro devo aggiungere?». In effetti dopo il ko di sabato non si era risparmiato: «C’è bisogno di professionalità, dobbiamo esserlo di più, dobbiamo imparare dai nostri errori se vogliamo crescere», ha accusato, prima di rispondere all’ennesima domanda sul futuro. «Se lascerò la nazionale dopo le qualificazioni? No, non è il momento, sono ancora giovane».

(gasport)