Montella minimizza: “La strada è in discesa”

02/10/2017 13:30

LA REPUBBLICA - Doveva essere davvero pazzesca l’ansia di rinnovamento al Milan, dopo i 31 anni del precedente regno, se la terza sconfitta in 7 giornate è stata accolta quasi come una vittoria e se il derby con l’, dopo la sosta, non viene affatto dipinto come lo spartiacque di una stagione approcciata con l’imperativo , né tanto meno come l’ordalia per Montella. Il Ds Mirabelli prima della partita aveva lanciato un messaggio poco cifrato: «Sappiamo che ci vuole tempo per amalgamare una squadra, ma sappiamo anche che ne abbiamo poco». Alla fine si è dichiarato soddisfatto: «Nessuno ha la bacchetta magica, per 70’ abbiamo dominato un grande avversario. Il derby? Fa parte del campionato, ma è una partita speciale».
La difesa di Montella sa anche di autodifesa: erano in campo 9 neoacquisti e almeno 3 (Çalhanoglu, Musacchio, Rodriguez) hanno lasciato il sospetto di non essere del livello annunciato (anche attraverso propaganda mediatica). Montella, che in effetti non può magicamente assemblare tanti nuovi giocatori, sposa la linea: «Vedo la strada più in discesa. Abbiamo giocato alla pari con chi l’anno scorso ha fatto 23 punti in più. Suso e Bonaventura in panchina? Per usare il
, servono esterni da 12-15 gol ciascuno, come Insigne e Callejon nel
».
Alla narrazione minimizzatrice, che congela il collegamento tra l’esito del derby e la posizione dell’allenatore (oltre alle notizie inglesi su tentato dall’idea di rilanciare il Milan), si associa l’Ad Fassone: più del programmato viaggio in Cina per verificare le strategie commerciali e finanziarie col presidente in contumacia Yonghong Li, sono diventate altre le urgenze: «Il piano di rientro volontario con l’Uefa, a novembre, e il rifinanziamento del debito col fondo Elliott, da completare a inizio 2018. Senza , non sarebbe la fine del mondo». Eppure è l’obiettivo dichiarato ai vertici del fondo americano, presenti a San Siro con Paul Singer. ( e. cu.)