24/10/2017 13:54
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Stretta tra il post e il pre, la Roma riflette su se stessa. Torino da analizzare e il Crotone da preparare: Eusebio Di Francesco maledice le troppe partite ravvicinate, costretto a fare i conti con infortuni e acciacchi, ma almeno potrà lasciare in un angolo per un po’ le valigie. I giallorossi affronteranno domani sera, nel turno infrasettimanale del campionato, il club calabrese, all’Olimpico, mantenendo l’appuntamento casalingo anche sabato, quando sarà il Bologna a presentarsi nell’impianto ai piedi di Monte Mario. Almeno muscoli e testa dei giocatori non saranno stressati dai continui spostamenti, perché se è vero che la Roma formato trasferta non ne ha sbagliata una in campionato, il rovescio della medaglia racconta di tanti (troppi) guai muscolari. E di giocatori stressati fisicamente. Vedi Dzeko, costretto a giocarle davvero tutte fino a quando Schick – in fase di pieno recupero agonistico – non potrà aiutarlo nell’alternanza. A Torino, gara decisa dal piede di Kolarov, il centravanti è sceso in campo nonostante fosse reduce da un attacco influenzale notturno, troppo precari gli equilibri che sta cercando la squadra per potersi permettere uno stop. Tra Crotone e Bologna, Dzeko dovrà riposare, se non per una gara intera, almeno per un buon minutaggio, visto che comunque Defrel e Schick sono tornati a far parte della lista dei convocati. Senza dimenticare che martedì della prossima settimana, sarà di nuovo Champions, sempre all’Olimpico, contro il Chelsea. E, a proposito di nuovi, domani sera, contro il Crotone, dovrebbe vedersi per la prima volta in campo, Karsdorp. L’olandese, operato a inizio luglio, è stato acquistato in estate per fare il titolare come terzino destro, ma i suoi problemi al ginocchio hanno costretto Di Francesco a puntare su Peres e poi di nuovo su Florenzi.
L’assenza di Manolas e Fazio, non ha intaccato il bel ruolino di marcia giallorosso in fase difensiva, visto che sono solo cinque i gol incassati, tutti in casa. «Sono molto felice del mio esordio – è il commento già in italiano di Moreno, che a Torino ha giocato accanto a Juan Jesus – dovevo solo impare di più il calcio italiano, perché sono abituato a un modo di giocare diverso, prima dovevo solo marcare l’uomo, ammazzarlo e basta, come mi diceva il mio allenatore. Negli ultimi tre mesi sono cresciuto tanto». Fondamentale la capacità di Di Francesco di far sentire tutti importanti e parte del progetto. «Il vostro campionato è molto più tattico – continua Moreno a Roma Radio – e poi gli attaccanti avversari sono forti fisicamente, quindi è importante farsi trovar pronti anche da quel punto di vista»