01/11/2017 15:01
LAROMA24.IT - La stampa italiana celebra la vittoria della Roma in Champions League contro il Chelsea. Nelle stessa serata in cui la Juventus strappa un deludente pareggio con lo Sporting Lisbona, gli uomini di Di Francesco vincono e rifilano tre gol ai campioni d'Inghilterra che restano annichiliti dalla foga dei giallorossi e dei 55mila dell'Olimpico. Tra i più celebrati oltre ad El Shaarawy, autore di una doppietta, c'è soprattutto il tecnico abruzzese a cui va riconosciuto il merito di essere stato in grado di far coincidere il suoi dettami tattici con le caratteristiche dei giocatori a disposizione.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Una Roma stellare schianta i campioni d’Inghilterra all’Olimpico e mette una bella ipoteca sul passaggio agli ottavi Champions League. Più del pazzesco 3-0 finale che non lascia alibi al Chelsea di Conte, fa impressione lo sviluppo della serata che ha messo la Roma al pari delle grandi d’Europa. Partita dominata, mai in affanno, di testa, cuore con la capacità di andare avanti, raddoppiare e chiudere senza nulla subire. Insomma la partita perfetta nella temuta notte delle streghe (dove l’80 per cento dei tifosi romanisti avrebbe pagato per un pareggio) sono Di Francesco & Co. a fare lo scherzetto alla banda di Conte. Doppietta di El Shaarawy che esce dal campo con una meritata standing ovation e perla finale di Perotti. Tre a zero e Roma che sale in testa alla classifica del gruppo C a quota 8: ora, grazie anche al pari dell’Atletico Madrid col Qarabag, ai giallorossi può bastare un punto per andare avanti se conquistato in Spagna. Di Francesco non rischia: gioca la Roma titolare tranne l’infortunato Manolas seduto in panchina. Davanti fasce che spingono con El Shaarawy a destra e Perotti dall’altra parte del campo. Boa centrale, punto di riferimento offensivo della Roma il solito Dzeko che fa tutto: sponda, sportella e lavora per gli altri come sempre. Ne esce un primo tempo da favola, che nemmeno il più fantasioso dei tifosi romanisti poteva immaginare. Il cronometro non ha ancora fatto il suo primo giro dopo il fischio d’avvio dello svedese Klasenius e la Roma è già in vantaggio. Kolarov apre il contropiede con un lancio dei suoi dopo il primo affondo inglese, sponda pazzesca di Dzeko per El Shaarawy che non ci pensa due volte e inchioda l’incolpevole Courtois: fa uno a zero e altro gol stellare dell’egiziano che aveva già deciso con una rete altrettanto incredibile il match col Bologna sabato sera sempre all’Olimpico. Il Chelsea accusa il colpo e ci mette qualche minuto a tornare sulla terra dopo la sberla rimediata a freddo, ma quando arriva si sente eccome. La Roma lì dietro stringe i denti e tiene, Alisson ha una serata di lavoro: attento soprattutto a mantenere alta la concentrazione del suo reparto che sbaglia poco o nulla. E non è un caso se l’unico rischio vero corso dalla Roma nella prima parte di gara nasce proprio da un errore di Kolarov sul quale però Morata non si fa trovare pronto. Certo Hazard è una bella spina nel fianco per la difesa romanista che però lo tiene a bada senza rischiare troppo. Ed è ancora la squadra di Di Francesco a fare le cose migliori, gioca una partita alla pari con i campioni d’Inghilterra di Conte e li mette più volte alle corde. Così, su un’altra accelerazione giallorossa arriva l’incredibile raddoppio. Sopra c’è di nuovo la firma di El Shaarawy che stavolta approfitta di una mezza dormita di Azpilicueta e del bel lancio di Nainggolan per bucare per la seconda volta Courtois e mandare in orbita i cinquantacinquemila dell’Olimpico. Ripresa sullo stesso tono anche se la Roma adesso non ha più necessità di spingere e cerca di addormentare la gara, ma è sempre lei a fare le cose migliori: ogni volta che va in accelerazione il Chelsea traballa e al 63′ arriva il gol che chiude i giochi. Stavolta la cosa da fenomeno la fa Perotti, tutto da solo prende palla, si accentra e infila Cour- tois sul primo palo: 3-0.Finita? Macché la Roma stasera ne ha ancora e Perotti grazia il Chelsea sull’ennesima grande giocata di Dzeko: giocatore pazzesco. Poi ancora Manolas, miracolo di Courtois con il Chelsea che chiude sotto assedio. Poi scatta la festa, è tutto vero, è accaduto all’Olimpico dove questa Roma ora fa paura davvero.
LA REPUBBLICA (G. MURA)
Una Roma in versione extralusso si prende la vetrina. Una Juve piuttosto svagata esce da dietro la lavagna nel finale, grazie a Higuain. Il bilancio del martedì europeo è positivo: non episodico, dunque, il 3-3 dell’andata a Londra. La Roma trita il Chelsea (irriconoscibile) e la differenza di mentalità e atteggiamento tra le nostre due squadre comincia da qui. El Shaarawy segna dopo 38”, un record. Il primo tiro pericoloso della Juve a Lisbona (testa di Khedira) arriva dopo 22’, ed è in reazione al gol di Bruno Cesar. Ed è l’unica volta in 45’ che la Juve entra nell’area avversaria. In sostanza, la Roma aggredisce e la Juve si fa aggredire. Il pareggio alla fine lo suda e lo merita, ma la possibilità di strappare già ieri la qualificazione (tanto più col pareggio del Barça) è stata sciupata. Nulla di compromesso, ma da qui in poi tanti errori nei passaggi, tanta svagatezza andranno evitati. Allegri ha messo in campo la Juve migliore, unica novità De Sciglio. Migliore nei nomi, non nel gioco, confuso, molle, quasi nessuno a prendersi uno straccio di responsabilità. Lo Sporting sa chiudersi bene, concede solo tiri da fuori e quando trova spazio con la velocità di Gelson Martins mette in crisi la Juve. Così nasce il gol, l’ala dribbla Chiellini, tira, Buffon respinge come può, nessuno dei suoi va a coprire e la frittata è fatta. Allegri dice che la Juve per reagire ha bisogno d’aver paura e che di buono c’è solo il risultato. Va bene, ma il bisogno di aver paura non dovrebbe far parte del bagaglio d’una squadra che ha gli obiettivi della Juve. La sensazione è che la Juve si smarrisca, senza sapere perché, e non ha chi le dia una mano, un galvanizzatore. Molto spesso lo è Chiellini, ieri no. Il più deludente: Pjanic. Nella Roma il più deludente è difficile trovarlo. Il migliore no. El Shaarawy ha segnato due bellissimi gol di destro, uno di potenza, uno di destrezza, e chissà che non venga buono pure per Ventura. Come, un gradino più sotto, Florenzi. Conte esce con un secco 0-3 e può ringraziare Courtois: potevano essere il doppio. Dzeko non fa gol ma lavora bene di sponda. La Roma vince “di squadra”, da Kolarov a Perotti, da Alisson, sempre freddo e sicuro, a De Rossi. Che il Chelsea valesse poco si può dire solo dopo: è stata la Roma a rimpicciolirlo, lasciandogli uno stucchevole torello a centrocampo ma pochissimi tiri. Poi, continuo a credere che David Luiz difensore sia un ossimoro. O, sul campo, l’equivalente della breccia di Porta Pia. La Roma ringrazia. Ma che Roma, ragazzi, e che aplomb Di Francesco.
CORSERA (M. SCONCERTI)
Colpisce la Roma, il Chelsea è stato raramente in partita e alla fine del doppio turno ha finito per incassare sei gol. La Roma ha una lucidità di gioco molto evidente. Di Francesco ha più volte mescolato le carte in questi due mesi, ora ha una squadra rapida, molto italiana, che ha fatto il passo in più tenendo un attimo indietro Dzeko e ritrovando El Shaarawy in tutta la sua velocità di pensiero e conclusione. Un altro Salah. Mancava da un pezzo, è quasi un ospite inatteso, ma è ideale in una squadra che sa aspettare, sa difendersi benissimo e ha trovato corsa nel contropiede. Non so se sia una Roma bellissima, ma è completa. E il suo passo sembra un’immagine della crescita di tutte le italiane in Europa. Lo strano autunno del campionato non è forse un fenomeno solo italiano. Le più forti da noi sono adesso forti anche in Europa, sono almeno competitive. Il Chelsea campione della vecchia Inghilterra che sembra sempre un esempio per tutti, ha confermato che oltre Guardiola esiste un calcio intelligente non comprensibile a tutti. Ma è un calcio tornato vicino al vero. Questo non significa che andremo per forza ai Mondiali, la Nazionale è un’altra cosa, siamo noi da soli, allenati da altri. Significa che la vecchia bravura di fondo del movimento si è allargata, che la nostra mancanza di fuoriclasse è un fenomeno comune. E nella normalità in fondo non siamo mai stati secondi a nessuno.
LA STAMPA (G. GRANZINI)
Tre anni fa, alla vigilia dell'incrocio chiave con la Croazia, sulla strada di Euro 2016, il c.t. Conte disse di El Shaarawy: «Deve decidere lui se diventare un giocatore normale o un grande. Ha tutto per esserlo». Purtroppo per Antonio, il ragazzo ha preso la decisione ieri, nella notte delle zucche, e con una doppietta faraonica ha trascinato una grande Roma a un passo dagli ottavi. Di Francesco è sovrano in un girone che sembrava blindato come un caveau di Berna; primo davanti ai campioni di Premier, cui ha segnato 6 gol in due gare, e all'Atletico Madrid che ha giocato due delle ultime quattro finali di Champions.
CORSPORT (A. VOCELELLI)
La Roma ha preso a pallonate il Chelsea sin dal primo minuto, difendendo poi con uno spirito di squadra encomiabile: tutti lì a chiudersi, senza risparmiarsi uno scatto, un tackle, per poi rimettersi in marcia in un Olimpico che è sceso in campo con i suoi beniamini. Faceva caldo - come diceva quella pubblicità? Anto' fa caldo.. - in uno stadio in cui Conte ha cominciato a sudare, pieno di pensieri e stordito da una partita che doveva essere un sogno e si è trasformata in un incubo. Con El Shaarawy e Perotti come folletti imprendibili.