28/11/2017 14:15
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La nona volta in campionato – la quindicesima in carriera – fa più rumore delle altre, perché arriva in epoca Var e perché cambia una partita che la Roma vinceva senza troppi patemi. Eppure dietro l’espulsione genovese di De Rossi, e la conseguente valanga di rabbia- social espressa dai tifosi giallorossi – quelli presenti a Marassi nel settore ospiti non lo hanno invece neanche fischiato – si nasconde la consapevolezza di un ragazzo che viene fortemente difeso da allenatore, compagni e società. Il giorno dopo la tempesta, il primo ad allargare il suo mantello protettivo è Francesco Totti. “ Tutti hanno diritto di sbagliare – le parole dell’ex numero dieci affidate a Twitter, Facebook e Instagram, le piattaforme web in breve diventate terreno d’insulti per il centrocampista – Daniele ha sbagliato ed è il primo a saperlo. Ma nessuno può mettere in discussione quello che ha fatto e quello che farà per la Roma: è il nostro capitano. Ora al lavoro, tutti insieme, per ripartire subito”. A chiusura del pensiero, una foto di loro due insieme, il giorno dello straziante addio al calcio di Totti. Un intervento ufficiale, da dirigente giallorosso, quello più forte, e da amico che sa come si sta dall’altra parte, quando in campo non si è riusciti ad onorare la fascia portata al braccio con un comportamento consono. Francesco, appoggiato da tutta la società, ha preso le difese di De Rossi come poi ha fatto anche Nainggolan al Galà del calcio - consegnandogli con ancora più forza i gradi di capitano. Gradi che Di Francesco non sembra intenzionato a levargli, potendo bastare la multa interna ( maggiorata proprio perché capitano) che il giocatore verserà nelle casse interne, tenute segretissime perché “Roba di spogliatoio”.