18/12/2017 19:10
Questione di stile. C'è chi sceglie la strada del silenzio e del basso profilo, pur di fronte a evidenti errori arbitrali. Chi invece sbraita, urla, emette comunicati deliranti, minaccia olio di ricino parlando di complotti derisi fino a quando erano imputati ad altri. Appunto, questione di stile.
Meglio attenersi ai fatti. Partendo dalla fine. Il Roma-Cagliari di sabato scorso, vinto dai giallorossi con una rete nei minuti di recupero. Nelle ore successive alla partita, abbiamo continuato a sentir parlare del gol di Fazio quasi come di un regalo alla Roma. Si può pure discutere, per noi peraltro il gol è valido, ma ci avrebbe fatto piacere, per esempio, che con la stessa enfasi e dovizia di immagini, fosse stato fatto rivedere, minuto ventitrè del secondo tempo, l'abbraccio che tutto era meno che affettuoso di Andreolli allo stesso Fazio in area. Calcio di rigore solare. Invece Damato ha fatto proseguire, del resto in precedenza aveva ammonito Dzeko per simulazione dopo che era stato agganciato da Cragno. In quell'occasione la Var aveva fatto giustizia, con il fallo di Andreolli non è stata neppure interpellata. [...]
Eppure in precedenza in almeno tre partite sarebbe stata cosa buona e giusta che gli arbitri fossero andati a rivedere le immagini per ovviare a nefandezze rimaste invece tali. E che sono costati qualche punto alla squadra di Di Francesco. Inter all'Olimpico, il derby e la trasferta sul campo del Genoa, queste le tre gare in cui la tecnologia non ha assistito come avrebbe dovuto. Il caso più clamoroso è quello della seconda giornata, nella sfida casalinga contro l'Inter di Luciano Spalletti. Una partita per quasi settanta minuti dominata dalla Roma, tre pali e un calcio di rigore non dato. Stava vincendo uno a zero quando nell'area di rigore dei nerazzurri Skriniar stese Perotti. Fallo di rigore netto, non ci sarebbe stato bisogno neppure di nessuna moviola per assegnarlo. Invece silenzio. Nessun fischio. Tanto meno intervento della Var in quella giornata gestita da Orsato, giudicato da tutti il miglior arbitro italiano. Non in quella circostanza. Si vide Irrati in campo chiedere cosa dovesse fare, si sentì, dopo qualche giorno, il designatore Rizzoli spiegare che nell'occasione c'era stato un difetto di comunicazione. Nel terzo millennio, un difetto di comunicazione? Una barzelletta che non fa neppure ridere. [...]
Tutto questo per dire che chi proverà a raccontarvi di una Roma favorita dalla Var, vi starà raccontando una frottola. Purtroppo non sarà la prima e neppure l'ultima.
(Il Romanista - P. Torri)