19/01/2018 16:01
Un'ora abbondante a ruota libera sul calcio, evitando con attenzione di far riferimento alle questioni di cronaca giallorossa, ma poi inevitabilmente sbattendoci sopra per le stringenti connessioni tra gli argomenti affrontati in generale e gli esempi immediati che incalzano nella quotidianità romanista. Eusebio Di Francesco ha raccontato molto di sé e del suo calcio in un interessante seminario organizzato dall'Unione della Stampa Sportiva Italiana in cui le regole d'ingaggio però erano chiare [...].
E Di Francesco, dunque, si è raccontato, spiegando anche, ad un certo punto, che nei periodi in cui le cose non funzionano bisogna reagire da uomini: «Quando le cose vanno male è il momento di mostrare coraggio, non si può avere paura. Bisogna affrontare le cose, non scappare». Il riferimento è stato fatto all'interno di una considerazione tattica sulla bellezza del calcio offensivo, ma è stato contestualizzato poi al momento della Roma: «Oggi tutti si sentono in diritto di dirci qualcosa...». [...]
La lingua batte dove l'Atalanta duole. Ma poi si torna subito al modello di calcio: «Io apprezzo molto Guardiola e Sarri, ma nel calcio il copincolla non esiste. Si possono prendere spunti, ma poi conta l'impronta personale. Anche solo a gestire dei campioni bisogna essere bravi. A me piace chi dà uno stile riconoscibile. Anche Gasperini, certo, perché sa trasmettere bene il suo modello di calcio. E poi bisogna capire che tipo di giocatori si allenano. [...]
[...]Gli chiedono di Totti e Baggio: «Sarebbero perfetti per giocare in quel ruolo. Totti l'ha fatto anche con Zeman. Anche perché aveva Di Francesco che lo accompagnava lungo... Certo, se poi a gente così gli dici di correre sulla linea non gli fai un piacere». Gli chiedono quanti compromessi ha dovuto fare allenando i giocatori della Roma: «Nessuno. Zero. Sono loro che devono adeguarsi, perché dovrei fare dei compromessi? Certo devo conquistarli convincendoli che quello che chiedo per loro rappresenta un vantaggio se lo applicano». E se non si adeguano? «Peggio per loro, stanno fuori». [...] Raffica finale: «Berardi? Ho un debole per lui, lo sapete. Solo che a volte in passato ha faticato a digerire i cambiamenti. Nainggolan? L'anno scorso prendeva l'incrocio a ogni tiro, tira molto anche quest'anno ma è meno fortunato. Gonalons invece non ha proprio il tiro da lontano, così non glieli faccio neanche fare. Torreira? Lo conosco perché a Pescara andava in ritiro nel mio albergo... Le marcature sulle palle inattive? Siamo passati dalla zona alla mista e poi ancora a zona. Ora? Non lo dico, non voglio dare vantaggi a Luciano...».
(Il Romanista - D. Lo Monaco)