I provini per fare il presidente: Sibilia a colloquio dalla serie A

12/01/2018 14:31

LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Chissà se l’endorsement della Serie A basterà al presidente dei dilettanti per vincere la corsa alla Federcalcio. Oggi però sarà lui, Cosimo Sibilia, ad aprire i casting di via Rosellini a Milano: la delegazione di presidenti del massimo torneo - Lotito, Fassone, Cairo e Marotta- lo vedrà alle 11.30, prima di ricevere nell’ordine Ulivieri, Nicchi, Gravina e Balata, che rappresentano le altre componenti.

L’appuntamento fiorentino tra tutte le componenti del consiglio federale, ieri, non ha prodotto un orientamento comune per un candidato unico. Su quella che oggi è una corsa a tre (Sibilia, Gravina, Tommasi) peserà quindi la serie A. Non a caso dal pomeriggio, i suoi presidenti hanno infiammato le linee telefoniche:contatti fittissimi per provare a trovare una linea comune. La serie A vorrebbe una riforma che le consenta di pesare di più in consiglio: oggi, esprime il 12% dei voti. Una miseria per il campionato locomotiva del movimento. Per questo avrebbe bisogno di farsi promotore di un proprio candidato in grado di attirare su di sé il consenso di tutte le altre componenti. Ma una lega che per mesi non è riuscita a scegliere un presidente, difficilmente riuscirà in poche ore a trovare un nome che piaccia a tutti, forte abbastanza da convincere Sibilia e il mondo dei dilettanti - forte del 34% dei voti - a farsi da parte e a sostenerlo. E allora, la commissione che rappresenta la serie A dovrebbe dare il proprio appoggio allo stesso Sibilia, già senatore di Forza Italia e che con quell’endosement si presenterebbe nel pomeriggio nel direttivo dei dilettanti per ufficializzare la propria candidatura. Un appoggio a cui sta lavorando il n. 1 della Lazio Claudio Lotito. Pronto a rinunciare ai propositi di correre per la Figc, accontentandosi di chiedere a Sibilia la vice presidenza da vicario. In fondo l’asse tra i due ha comuni origine politiche, visto che a Lotito è stata offerta la candidatura al Senato, alle prossime elezioni, con “ Noi con l’Italia”, quarta gamba del centro- destra. Nel groviglio sportivo, insomma, la politica potrebbe finire per avere un ruolo non solo attivo, ma addirittura nevralgico.

Sibilia, con il sostegno della prima lega professionistica - e di conseguenza della serie B, normalmente allineata - avrebbe in tasca il 51% dei voti. Avrebbe, perché in realtà qualcuno, tra i club di A, voterebbe diversamente: la Roma, apertamente con Tommasi. E Cairo, sulla posizione dell’altro sfidante, Gravina.

Lui, il presidente della Lega Pro, presenterà stamane la propria candidatura per poi presentarsi a Milano: se però Sibilia ricevesse l’appoggio della serie A, sarebbe orientato a ritirarsi. Convergendo sulla posizione di Tommasi. L’incognita, per lui, è una: quanti club della sua Lega pro voterebbero i calciatori, che in queste ore stanno facendo piovere messe in mora in serie nei confronti dei club inadempienti (Fidelis Andria e Arezzo sono appena state deferite per non aver pagato gli stipendi)?

Pure la Lega dilettanti a dire il vero in queste ore qualche imbarazzo lo sta vivendo, per l’indagine della Figc nata da un’inchiesta della Procura di Prato che ha coinvolto il comitato regionale della Toscana. Giusti, ex presidente della Sestese intercettato mentre secondo le incolpazioni aggiustava a tavolino il risultato di alcune partite per salvare la propria società, era stato - ai tempi di Tavecchio - anche consigliere del dipartimento della Lega dilettanti. E la vicenda lambisce pure gli arbitri: Trefoloni, ex direttore di gara sfiorato da Calciopoli, è stato nominato a luglio designatore della D. L’indagine evidenzia prima di un match sospetto, un’impennata di telefonate tra lui, l’allora presidente del comitato regionale Bresci ( deceduto) e l’arbitro dell’incontro, Masilunas. Solo fango forse. Ma che può macchiare la corsa alla Figc.