18/01/2018 15:57
L’idea di un Claudio Lotito non più candidato ma comunque «candidante» racconta e spiega chi siamo meglio di una pila di libri. Pur non essendo più minorenne da un sacco di rate, il sessantenne Lotito-Lotita continua a esercitare un fascino pazzesco. [...] Carlo Tavecchio sta a Lotito come Pinocchio stava a mastro Geppetto e costui a Carlo Collodi. Ricorderete i tempi, non proprio fausti, in cui si presentavano insieme ai raduni della Nazionale, Lotito sfoggiante una maxi felpa con su scritto «Italia», Tavecchio in giacca e cravatta: Felpa e Louise. Una coppia di fatti. E di nomine: a cominciare da Gian Piero Ventura. [...] L’Italia, Paese che non trattò per Aldo Moro, ha accettato invece di trattare con Claudius pur di spalmarne i debiti con il fisco. [...] Su «la Repubblica» del 25 febbraio 2014, Gabriele Romagnoli gli dedicò questo ritratto: «E’ stato avaro. Ma ha vinto più di quanto gli investimenti avrebbero fatto immaginare. Ha maltrattato i giocatori che volevano andare via. Ma ha ceduto (Hernanes incluso) chi non era più motivato. Ci ha guadagnato. Ma lo ha fatto perché ha saputo pescare e valorizzare. Ha comportamenti da ducetto dentro e fuori la società. Ma ha divorziato dagli ultrà e immesso giocatori di colore». E allora perché Lotito-Lotita seduce i Tavecchio più dei tifosi? Perché, «imperdonabilmente non ha un progetto, un’utopia, un piano triennale». Perché, in parole povere, non fa sognare. [...]
Ha capito tutto di noi, mentre noi pensiamo di aver capito tutto di lui: una differenza abissale, un distinguo cruciale. Le gaffe su sinagoghe e dintorni, le telefonate contro i Carpi di turno, i Giuseppe Pecoraro imposti alla Procura federale ne decorano la bulimica invadenza.Dell’italiano medio incarna il peggio del meglio e il meglio del peggio: lo si può battere ma non abbattere.
(Gasport- R. Beccantini)