28/01/2018 14:27
IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Non sarebbe una sorpresa se questa sera all’Olimpico il pubblico giallorosso facesse sentire la sua voce su quanto sta succedendo nella Roma. Su quello che si è visto e anche su ciò che si può ragionevolmente immaginare. Soprattutto dovremmo far sentire a Dzeko, se giocherà , la nostra riconoscenza. È la prima volta che la squadra torna in casa, dopo la sconfitta con l’Atalanta, che ha generato i primi interrogativi seri. Quel Radja punito in tribuna in modo incomprensibile, salvo poi sapere dai giornali che esisteva dietro le quinte una trattativa rapida con i cinesi. Se fosse andata in porto, non l’avremmo visto più in maglia giallorossa, ma è fallita e in poche ore siamo passati alla cessione di Emerson e Dzeko. Anche in una settimana difficile abbiamo avuto i nostri eroi, romanisti che meritano il sostegno sincero. Il primo si chiama Eusebio Di Francesco: ha affrontato la bufera da solo, nonostante le difficoltà oggettive e la scarsa collaborazione del gruppo dirigente. E’ piaciuta la sua fermezza su Dzeko: finché è nostro, gioca lui. E il nostro centravanti, uno dei più forti visti in maglia giallorossa, non è stato da meno. Pensavano di spostarlo come un pacco, tanto si sa che Chelsea, Conte e Londra attirano chiunque. E invece il bomber, bambino sotto le bombe a Sarajevo, ha mostrato carattere d’acciaio. Quanti dirigenti fasulli dovrebbero lucidargli gli scarpini e baciargli i gomiti.