25/02/2018 13:57
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Per una volta, quella tranquillità che normalmente riesce a trasmettere prima delle partite, l'ha lasciata negli spogliatoi. È un Di Francesco leggermente diverso quello che ieri ha presentato il match di questa sera contro il Milan. Più incline alla polemica, meno disposto a farsi scivolare addosso qualche appunto, chiuso a riccio per quanto riguarda la formazione. Forse la spiegazione è proprio nel suo incipit: «Siamo in un momento molto importante della stagione e i margini di errore sono sempre meno. In campionato dobbiamo mantenere il terzo posto, e poi cercare di passare il turno in Champions con lo Shakhtar». Senza girarci troppo intorno, il dubbio della vigilia è in attacco: Dzeko o Schick? Il tecnico si dimostra molto abile a mischiare le carte: «I giocatori sono tutti pronti e Patrik potrebbe giocare dall'inizio nell'ottica di una normale turnazione, come ho sempre fatto quando ci sono state tre partite di fila. Con o al posto di Dzeko? Edin e Schick possono fare i centravanti, difficile insieme». L'impressione è che le quotazioni del ceco (provato ieri nella seduta di rifinitura con Under e Perotti) sia in ascesa, nonostante nelle ultime due gare non abbia disputato un minuto e soltanto una settimana fa, ad una domanda su un suo possibile impiego dal primo minuto a Udine, la risposta del tecnico era stata diametralmente opposta («Si sta allenando bene ma da qui a partire dall'inizio ce ne corre»).
IN CRESCITA - Prodigo di complimenti per Gattuso («È un'ottima squadra e Gattuso ne ha sfruttato al meglio le qualità, il 4-3-3 esalta le caratteristiche dei giocatori e io gli faccio un plauso per l'ottimo lavoro») s'irrigidisce quando gli chiedono del momento di Nainggolan: «Mi avete massacrato per far giocare Radja sulla trequarti, ma deve ritrovare forza e determinazione al di là del sistema di gioco. Vi volevo dare ragione totalmente, se da trequartista avesse fatto dieci gol, perché per me conta la Roma, non il singolo. Mi interessa solo l'obiettivo finale». Parole che lasciano aperto uno spiraglio per il ritorno al 4-3-3 che garantirebbe poi di difendere con il 4-1-4-1: «Sì, potrebbe essere - ammette - ma quello che conta è l'interpretazione della gara. L'analisi della partita di coppa, ad esempio, dice che Radja a livello fisico ha fatto una delle sue migliori prestazioni. È in crescita come lo è tutta la squadra». Con la quale ha parlato del ko di Kharkiv: «Ho fatto due chiacchiere con i dirigenti nel post partita a cena, come normale, con il gruppo ho parlato ieri. Possiamo ancora passare il turno in Champions. Ai ragazzi ho chiesto più continuità. Non dico 90 minuti, ma almeno 70 che sarebbero il top per vincere le partite. Se poi c'è stato qualcosa di personale, questo resterà tra noi».