20/03/2018 22:56
Quando venerdì dall’urna di Nyon è uscito il Barcellona la mia mente è tornata a quel 26 Febbraio 2002 quando la Roma con lo scudetto cucito sul petto demoliva i catalani con un 3 a 0 senza storia; erano gli anni in cui la Roma affrontava i giganti d’Europa alla pari, sono passati solamente 16 anni, un tempo relativamente breve nella storia dell’umanità ma nei quali il calcio è cambiato in maniera radicale e probabilmente irreversibile. Torniamo a quella stagione 2002, è il periodo in cui il calcio Italiano detta legge, i padri padroni dei nostri Club (Sensi, Moratti, Tanzi, Cragnotti, Berlusconi, Agnelli) spendono in un mondo che ancora viaggia a cifre e fatturati “umani” o meglio sostenibili dal medio industriale italiano; il rapporto Deloitte di quell’anno parla chiaro: Manchester United a parte, club che capisce prima di tutti dove sta andando il mondo e che si muove con largo anticipo, tutte le Big sono sullo stesso livello, la Roma con i suoi 136,8 mln di Euro di “revenue” è al 10o posto ed è solo 40 mln dietro alla Juventus seconda assoluta.
E il Barcellona? Il Barcellona fattura meno di 140 mln, la differenza tra noi e i blaugrana è di soli 3 mln, una cifra irrisoria, facilmente appianabile da qualunque “ricco”. Nel 2003 al Barcellona inizia l’epoca Laporta; il giovane Joan aggancia il treno del Manchester United e del Real Madrid, investe sulle infrastrutture, in primis La Masia che diventa in breve un centro di eccellenza assoluta per lo sviluppo dei nuovi talenti made in Barca, aggredisce i mercati esteri: basta ritiri in montagna, l’Estate diventa il momento delle tournée in giro per il mondo [..] In 4 anni il fatturato del Barca passa dai 140 mln circa del 2003 ai 290 mln del 2007 4 anni fatturato più che raddoppiato, se nel 2002 la differenza tra Roma e Barcellona era di 3 milioni ora è oltre i 140 mln, cifra non più sostenibile dall’industriale Italiano, in poco tempo il Barcellona diventa un brand mondiale ed è ormai destinata a diventare la multinazionale dell’entertainment che è oggi. [..]
Nel 2010-11 la differenza di fatturato tra Roma e Barcellona è arrivata alla cifra di 307,2 in 10 stagioni il differenziale economico si è centuplicato, sempre prendendo il rapporto Deloitte il Barcellona fattura 450,7 mln di euro, la Roma si attesta a 143,5 mln solo 7 mln in più di 10 anni prima, la Roma in 10 anni è rimasta ferma, come gran parte del calcio Italiano (Milan 227 e Inter 195 sono le uniche davanti ai capitolini), il calcio italiano “locale” e in mano ad imprenditori senza “vision” ha perso definitivamente la sua leadership in ambito Europeo, la Champions League vinta dall’Inter nel 2010 è un unicum in un calcio ormai cambiato ed in mano a pochi Club che hanno un potere economico immensamente maggiore rispetto agli altri. Al termine di questo ciclo decennale i rapporti di forza sono segnati, recuperare il terreno perduto diventa una cosa al limite dell’impossibile, chi è rimasto indietro ci rimane, fatte salve Manchester City e Paris Saint Germain che dispongono dei fondi sovrani degli Emiri (fondi pressoché illimitati a fondo perduto). In Italia ci riesce, in parte, la sola Juventus che sfruttando un regalo del comune Sabaudo costruisce il proprio Stadio, e in un prossimo futuro anche un nuovo centro sportivo (la Continassa), portando il suo fatturato vicino ai 500 mln, non al livello delle Big Europee ma abbastanza per poter pensare di competere; per darvi un’idea dell’importanza dello Juventus Stadium basti pensare che nel 2010-11 (ultimo anno senza Stadium) la Juventus ha un fatturato pari a 153,9 mln di euro, nel 2016-17 arriva alla cifra di 405,7 mln un aumento di oltre il 250% in 6 stagioni [..]
La Roma, con la nuova società, sta cercando di percorrere la stessa strada che le Big Europee hanno iniziato 15 anni fa, ha pensato prima di tutto alle infrastrutture: ristrutturazione e ammodernamento del Fulvio Bernardini sono stati tra i primi passi effettuati, così come mettere in piede l’imponente progetto “Stadio della Roma” la vera chiave di volta per uno sviluppo a 360 del marchio Roma.
Acquisiscono un significato diverso anche i viaggi intercontinentali della Roma in Estate: l’obiettivo, come fu per le altre prima di noi, è acquisire nuovi fans [..] perché più fans significa più soldi, più soldi significa una squadra più forte, una squadra più forte significa maggiore possibilità di vittoria.
Il calcio del 2001-2002 non è minimamente comparabile a quello attuale, presidenti alla Franco Sensi, che ho amato più di ogni altro, non avrebbero le capacità economiche e financo manageriali per reggere l’urto di multinazionali [..] l’unica strada è quella di diventare una multinazionale a tua volta: la strada non è ne facile ne scontata, ma è l’unica percorribile.
(febbredaroma.it - 'Romanista Razionale')