13/03/2018 12:10
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Ambizione, sogno, prestigio, orgoglio e riscatto: la Roma è consapevole di quale significato avrebbe, per la sua storia di oggi e di ieri, l’eventuale ribaltone (basta vincere 1 a 0) nella notte dell’Olimpico. Che può diventare infinita con i supplementari e i rigori. E, quindi, impegnativa e snervante. Lo Shakhtar Donetsk entra in campo, ore 20,45, partendo dal 2 a 1 dell’andata: il vantaggio c’è, anche se minimo. Ma Di Francesco, debuttante nella competizione, non è appagato da quanto ottenuto nel 2017, cioè il 1° posto nel gruppo C della fase a gironi, mettendosi alle spalle il Chelsea di Conte e spingendo in Europa League l’Atletico Madrid. Ora vuole andare oltre, accompagnando il club di Pallotta tra i migliori 8 del nostro continente, come non accade da 10 anni. È arrivato fin qui pedalando contro il pronostico iniziale, come ha fatto, del resto, pure, il suo collega Fonseca. Uno dei due intrusi del torneo, a fine serata, sarà ai quarti di Champions.
QUALIFICAZIONE APERTA - Nessuno a Trigoria snobba lo Shakhtar che, leader nella Liga ucraina, si presenta con 5 successi di fila, raccolto abbondante in questo 2018 dopo la lunga pausa invernale di 67 giorni. Il saldo attivo impressiona: 18 reti realizzate e 1 gol incassato, quello di Under nella gara del 21 febbraio a Kharkiv. Solo la Roma, nel nuovo anno, ha fatto centro contro Pyatov. Il centravanti italoargentino Ferreyra, con 6 reti (compresa quella del pari all’andata), si è preso ultimamente la vetrina. Ma i 3 brasiliani che, nel 4-2-3-1 di Fonseca gli giocano alle spalle, sono addirittura più pericolosi: ora l’esterno destro Marlos, 5 gol, sembra il più ispirato, anche se la velocità e la qualità del sosia di sinistra Bernard e quella del trequartista Taison andranno comunque limitate. È, insomma, l’attacco a fare la differenza. Al tempo stesso proprio la spavalderia offensiva dello Shakhtar dovrebbe permettere a Di Francesco di trovare lo spazio che, soprattutto all’Olimpico, i suoi interpreti spesso non riescono ad avere per andare a dama. Il 4-2-3-1 non dovrà, però, essere esclusivamente aggressivo. Ha funzionato all’andata fino all’intervallo. E sabato, in corsa, contro il Torino nella ripresa. Le caratteristiche degli avversari, rapidi e tecnici, impongono la ricerca dell’equilibrio e della compattezza. Più che l’attesa, semplicemente l’attenzione. Come è successo al San Paolo contro il Napoli, affrontato a specchio con il 4-3-3 e bloccato difendendo con il 4-1-4-1 e i reparti strettissimi. Fondamentale il lavoro di squadra: nel pressing di Dzeko e Nainggolan, nella fase di non possesso palla di Under e Perotti e, sempre sulle fasce, nella spinta di Florenzi e Kolarov. Allo spartito penseranno centralmente De Rossi e Strootman. E subito dietro Fazio.
PERCORSO SIMILE - Lo Shakhtar ha costruito la sua stagione in Champions sull’enplein di Kharkiv: 4 successi nelle 4 partite casalinghe. Anche la Roma ha sfruttato l’Olimpico come fortino: nessun gol subito nei 3 match della fase a gironi. Fonseca e Di Francesco si giocheranno la gara della verità, dentro o fuori, con gli uomini migliori. Cioè i più preparati, fisicamente e tatticamente, del momento. E sono gli stessi della gara di Kharkiv (Ordets entrò in corsa per l’infortunato Kryvtsov).
PRECEDENTE SCOMODO - L’unica qualificazione dello Shakhtar ai quarti nel 2011 (4 successi di fila contro i giallorossi dopo la sconfitta del 2006): proprio contro la Roma, ko all’Olimpico con Ranieri e a Donetsk con Montella, dopo l’avvicendamento in panchina. Di Francesco cercherà di unirsi a Liedholm (Coppa campioni del 1984) e Spalletti (Champions del 2007 e del 2008): sarebbe il 4° invito tra le 8 big d’Europa. Saranno almeno 45 mila i tifosi a convincere i giocatori che la rimonta è possibile. Senza pensare che in 60 anni è riuscita in casa solo in 6 dei 24 tentativi.