24/04/2018 14:48
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Orgoglio, emozione, carica. Roma, è tutto vero: stasera si gioca la semifinale di Champions invece di guardarla in televisione come accade da 34 anni a questa parte. Sempre lui, ancora lui, il male detto Liverpool è l’ostacolo da superare per salire fino all’ultimo gradino del sogno, la finale di Kiev del 26 maggio contro la vincente tra Bayern e Real. Ad Anfield il primo atto di una sfida durissima, di fronte all’armata guidata da quel genio di Klopp e la saetta Salah che a Trigoria conoscono alla perfezione. I giallorossi sono chiamati a un’altra prova leggendaria per resistere in questo stadio storico e caldissimo, dove il Manchester City di Guardiola ha beccato tre gol senza reagire. Ma Di Francesco e i suoi «eroi», capaci di eliminare il Barcellona nei quarti, sono venuti qui convinti di potercela fare.«Siamo arrivati fino alla semifinale con merito - dice Kolarov - e a questo punto abbiamo la possibilità, anzi, il dovere di provare a vincere la Champions». Di Francesco seduto accanto al difensore nella sala stampa di Anfield annuisce: «Sì, voglio arrivare in finale». Non si nasconde la Roma, che dal punto di vista psicologico mantiene lo stesso vantaggio della sfida col Barça: un po’ tutti, nel mondo e soprattutto qui in Inghilterra, si aspettano che a passare il turno sia il Liverpool. Sarà un confronto completamente diverso da quello con i catalani.«Non conta tanto il modulo, che può essere sia con la difesa a 4 che a 3 - spiega il tecnico - ma l’importante sarà restare corti in campo nelle due fasi di gioco. Noi dobbiamo giocare da squadra contro un avversario pericoloso nelle ripartenze veloci, ma dovranno essere bravi loro a farci abbassare». Tradotto: la Roma non si snaturerà con una partita completamente dedita alla difesa. Inevitabile che alla vigilia si materializzi il fantasma di Salah, appena eletto giocatore dell’anno in Premier e candidato al Pallone d’Oro. «I Reds sono solo Momo: non è così e non abbiamo preparato niente di particolare per fermarlo - prosegue Di Francesco - ma abbiamo pensato a come arginare l’intero attacco del Liverpool: Manè e Firmino non sono da meno. Ma io sono contento di allenare Under». Scambio di battute complimenti con Klopp. «È stato simpatico - dice il tecnico - a sottolineare che tutti e due abbiamo la barba e gli occhiali. Mi piace la sua filosofia di calcio, lui in italiano sa dire solo “spaghetti” e io in inglese solo “hamburger”. In questo siamo uguali». Massimo rispetto del tedesco per la Roma e il collega Eusebio: «Entrambe le squadre - spiega Klopp - sono arrivate qui con merito. Loro hanno eliminato il Barcellona con una prestazione fantastica. Ammiro molto Di Francesco e non vedo l’ora di affrontarlo. Salah? Segue tutte le loro partite e conoscei giocatori ma i difensori italiani non sono teneri e si accorgerà che non sono più suoi compagni». Almeno per 180 minuti.