Le correzioni di Di Francesco: “Dobbiamo crederci ancora”

25/04/2018 13:48

LA REPUBBLICA (M. PINCI) -  Dall’incubo di una nuova Manchester, alla speranza in 300 secondi. Il fantasma del 7- 1 è uno spettro che si materializza sul volto di , l’unico reduce da quella notte di undici anni fa all’Old Trafford. Poi qualcosa è cambiato, e in quei 5 minuti è successo che Liverpool si sia allontanata dalla vicina Manchester per assomigliare alla recente : un altro tre a zero, come quello della notte magica del 10 aprile scorso, e sarebbe Kiev. Follia lucida, anche se ad alimentare la speranza, forse persino più del rigore di ha pesato il ritorno alla vecchia difesa a quattro. Rinnegato la formula , quella dei tre centrali su cui era nata l’impresa. Se c’è uno sconfitto, nella notte di Anfield, più del confuso o del timidissimo Jesus, questo è la scelta iniziale di . Lo ha capito lui stesso, rimangiandosela. Fuori un difensore, dentro , che in fondo era l’uomo dei sogni, quello che un anno fa aveva portato la Roma in e che a dicembre le ha regalato gli ottavi. Riadattato nel modulo che forse la squadra conosce meglio, una via di mezzo tra il 4- 3- 3 di inizio anno e un 4- 2- 3- 1 “ vintage”. E poi il sacrificio di , troppo statico per la ferocia Reds, per un Gonalons versione Lione. Abbastanza per trasformare il terrore di iscrivere un’altra tappa nella marcia della vergogna iniziata a Manchester nel 2007, ma passata pure per il Bayern (1-7 All’Olimpico nel 2014) e (6-1 al Camp Nou nel 2015). Dopo aver rianimato una qualificazione in coma, spera: « Bisogna crederci, nel calcio tutto può accadere nulla è impossibile, lo abbiamo già dimostrato col . Sicuramente sarà una partita differente ma lo spirito e il desiderio di ribaltarla c’è e non mi piace che cominciamo a fare processi ora. Questa squadra ha raggiunto qualcosa di importante, non ha avuto per 50 minuti un impatto buono ma noi l’avevamo preparata bene » . Un modo per respingere le accuse alla difesa a tre: «Il sistema di gioco diventa relativo se si perdono tanti duelli e contrasti e non riusciamo a fare un passaggio semplice a cinque metri. Nel finale abbia dato forza di reagire, ben venga in vista del ritorno, ci dobbiamo credere e avere lo stesso atteggiamento avuto oggi... scusate, non oggi... in generale » . Anche vuole crederci: « Siamo giocatori, siamo guerrieri, lotteremo fino all’ultimo secondo. Non è ancora tutto perso. Combatteremo come abbiamo dimostrato di saper fare per arrivare fin qua».