12/04/2018 15:26
IL TEMPO (E. MENGHI) - Se Di Francesco è il «normal one» della Roma che si è concesso una pazza eccezione, Pallotta ha sempre detto e fatto cose sopra le righe. Difficilmente sono piaciute ai tifosi, che con striscioni, cori e lettere hanno attaccato in tutti i modi il presidente americano, il cui peccato originale è stato quel «fucking idiots» pronunciato dopo un Roma-Napoli nel 2015. Il giudice sportivo Tosel aveva chiuso per un turno la curva in seguito agli striscioni su Ciro Esposito mal digeriti da «Jim»: «Non è giusto che tutti i nostri tifosi debbano essere puniti per colpa di pochi idioti che frequentano la Sud». Un colpo basso al cuore romanista che non gli ha mai perdonato quest’uscita fuori posto e tante altre arrivate poi, anche se l’intento di Pallotta è sempre stato quello di mettere gli ultras nelle migliori condizioni possibili,lottando per la rimozione delle barriere prima e dando vita ad un progetto stadio importantissimo con una curva-muro pensata apposta per loro. Ma si è preso della «spia» per aver aiutato le forze dell’ordine a migliorare i controlli all’Olimpico. La gestione dell’ultimo anno di Totti e le cessioni illustri hanno fatto il resto. Eppure, è bastato un tuffo nella fontana dei Leoni, in piazza del Popolo, per cancellare le acredini del passato: il presidente è diventato l’idolo dei tifosi per una notte. Dagli insulti, che pure flebili si erano sentiti prima di Roma-Barcellona allo stadio (coperti dai fischi), ai cori della gente che ha filmato il bagno notturno del patron, tutto vestito e felicemente zuppo. La metamorfosi di un rapporto vissuta nel giro di poche ore, dal pre al post impresa, da una stagione normale a un evento straordinario. Il tuffo che l’ha riportato tra le braccia dei romanisti è costato a Pallotta 450 euro di multa, e non solo. Nell’incontro in Campidoglio
con la sindaca Virginia Raggi, ha annunciato di voler fare una donazione da 230 mila euro per restaurare la fontana antistante il Pantheon. Un dono generoso per sancire la pace con la città, e magari oliare i rapporti con leistituzioni per affrettare i tempi per la costruzione del nuovo stadio. A «Jim» erano state offerte diverse possibilità, altri monumenti da restaurare, tutti meno cari di quello scelto. «Bambini non saltate nelle fontane», il monito della società sui social network con una bella dose di ironia che non guasta. Per Pallotta non è il primo tuffo celebre, si era presentato a Trigoria buttandosi nella piscina: «Roma non aver paura», il messaggio di coraggio portato da Boston. E la Roma non ha avuto paura, anzi, ha fatto paura al Barcellona e l’ha eliminata ai quarti di Champions. Una storia che meritava un gesto unico: il presidente era appena rientrato in hotel, al De Russie in via del Babuino, quando è stato richiamato dalle grida dei tifosi presenti in piazza per i festeggiamenti e non si è fatto desiderare. Ha fatto una cosa da romanista in mezzo ai romanisti, in mezzo ai «fucking idiots». Poi ha chiesto perdono: «Mi scuso, mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo, credo sia stata una giornata meravigliosa per tutti noi. Abbiamo fatto vedere di che pasta è fatta questa squadra sconfiggendo il Barcellona. La squadra ha giocato 94 minuti di grande calcio, non è stata fortuna. Non mi interessa chi affrontiamo in semifinale, possiamo batterci con chiunque. Non vedo l’ora di giocare altre due partite». Un salto (o un altro tuffo?) nel vuoto tutto da vivere. Prima però c’è il derby: ripartirà lunedì, proprio per non perderselo.