Il Liverpool rimane un incubo

03/05/2018 14:39

LEGGO (F. BALZANI) - Non è bastata un'altra rimonta, non è bastato rifilare 4 gol al Liverpool dopo averne fatti 3 al Chelsea e al in una che resterà comunque nella storia della Roma. In finale vanno i Reds di , va la squadra che rappresenta una vera e propria maledizione per la squadra giallorossa. Trentaquattro anni dopo la sconfitta ai rigori, sempre all'Olimpico è il Liverpool ad esultare sfruttando il 5-2 dell'andata. La squadra di Klopp è stata brava però pure a sfruttare gli errori individuali nel primo tempo e fortunata nel trovare un arbitro (lo sloveno Skomina) che aggiunge una pagina di sbagli colossali nella competizione più prestigiosa che Collina non potrà trascurare. Mancano due rigori alla Roma: uno su (segnalato in fuorigioco prima dell'impatto con Karius) e uno colossale per fallo di mani di Arnold. Monchi a fine gara non le ha mandate a dire: «Errori arbitrali clamorosi. C'erano due rigori e un'espulsione. Il calcio italiano deve alzare la voce. Perché non c'è il VAR in ?». Se lo chiede anche : «Necessario il suo utilizzo o si rischiano figuracce come questa, o addirittura di cadere nel ridicolo. Arbitraggio inaccettabile». Forse sarebbero cambiate le cose, forse. La Roma non ha mollato e nel finale ha trovato due reti piene zuppe di rimpianti. Le ha segnate che dopo 9 minuti ha messo il Liverpool sulla strada di Kiev con un grave errore a centrocampo che ha permesso a Mané di gelare l'Olimpico. I giallorossi hanno reagito trovando l'autogol di Milner, prima di un altro errore (di ) che ha servito il pallone dell'1-2 sui piedi di Wijnaldum. Neanche in quel momento l'Olimpico si è arreso. I 62 mila (5,5 milioni di incasso, un record per i club italiani in Europa) hanno spinto la squadra, e le ha provate tutte per trovare la seconda impresa in un mese. Il rigore, stavolta visto da Skomina, del 4-2 però è arrivato proprio all'ultimo secondo. Quando nemmeno un miracolo poteva rimettere la Roma sul percorso che porta alla finale del 26 maggio contro il . «Abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Sono arrabbiato però. E rammaricato, la squadra doveva crederci di più. Non è stato facile. E' stata quasi la partita perfetta, che non è stata fatta a Liverpool. Ci credevo», l'amarezza di . È finito con l'applauso spontaneo, fortissimo della gente di Roma ad una squadra che può e deve essere migliorata. Ma che ha tante basi importanti dalle quali ripartire. "Questo non è un punto d'arrivo per noi - dice - deve essere la continuità di un percorso. I rigori? Ce ne erano due clamorosi per noi". La pensa così anche : «Abbiamo raggiunto questa semifinale con impegno e con merito. Un risultato da cui ripartire».