14/05/2018 16:02
LAROMA24.IT - 0-0 tra Roma e Juventus: ai bianconeri la conquista del 7° scudetto consecutivo, ai giallorossi, invece, già qualificati in Champions League, manca un punto per blindare il 3° posto. Tra le celebrazioni della Juve campione c'è spazio anche per le analisi e le considerazioni sulla Roma del futuro: "Chiaro che vincere contro la Juve avrebbe fatto bene non solo all'umore ma anche al portafogli, perché il terzo posto, in chiave Champions, fa una discreta differenza: parliamo di circa 5 milioni di euro", scrive Tiziano Carmellini su "Il Tempo". Per Massimo Caputi, sulle colonne de "Il Messaggero" ,"la Roma non era mai riuscita negli anni passati a resistere così fino in fondo. Dovrà essere questo il vero obiettivo per la prossima stagione: provare a confrontarsi con i bianconeri".
Per Paolo Brusorio, su "La Stampa", è "la Roma, l'unica che in prospettiva può avvicinarsi al modello Juve, partiva da troppo lontano per essere già competitiva per una intera stagione".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Alla fine fa festa solo la Juventus che approfitta di questo clima romano da rompete le righe per brindare al suo settimo scudetto consecutivo (trentaquattresimo ufficiale) proprio all'Olimpico contro quella che, nell'ultimo lustro (tranne l'anno in corso), è stata sempre la sua rivale al titolo. La Juventus diventa così, incredibilmente, la squadra che ha vinto di più all'Olimpico: più di Roma e Lazio. Una ciliegina che Allegri mette ben volentieri sulla sua torta fatta anche della quarta coppa Italia consecutiva messa in bacheca: poco altro da dire per un tecnico che qualcuno a Torino ha anche il coraggio di criticare. Ma va bene anche così, perché la sua festa la Roma l'aveva fatta la sera prima, seduta comodamente sul divano di casa, con il clamoroso ko dell'Inter contro il Sassuolo che l'aveva spedita matematicamente in Champions. Chiaro che vincere contro la Juve avrebbe fatto bene non solo all'umore ma anche al portafogli, perché il terzo posto, in chiave Champions, fa una discreta differenza: parliamo di circa 5 milioni di euro. Così, sul prato umido dell'Olimpico delle grandi occasioni, tra big del tennis che sfrecciano in tribuna (Del Potro-Fazio separati alla nascita), si consuma l'ultimo atto casalingo della stagione romanista, dopo il quale ci sarà solo la trasferta contro il Sassuolo per definire la piazza finale: palese come la differenza la farà la sfida finale tra Lazio e Inter che invece di andare in Champions ancora certezza non hanno. In campo gara scontata, la Roma fa la partita e la Juve prova ad addormentarla. I giallorossi partono forte ma sbagliano tanto, Dzeko e Pellegrini in avvio, poi Nainggolan subito dopo. Ma la gara non decolla mai, c'è sempre di sottofondo questo piccolo trotto al quale la Juve prova a mettere la serata. E così probabilmente sarebbe finita se a Nainggolan, che con la Juve ha più di un conto aperto, non gli si fosse chiusa la vena. Due falli da giallo in pochi minuti e Tagliavento tira fuori il rosso che lascia la Roma in dieci per gli ultimi venticinque minuti di gara. Lui esce tra gli applausi del popolo romanista per il fallaccio su Dybala e saluta in maniera beffarda il quello bianconero che gli urla contro di tutto. Di Francesco cambia, la serata no, va bene così a tutti e gli ultimi dieci minuti sono al cloroformio, tra sbadigli giallorossi e mortaretti bianconeri. Poi in campo entrano i bimbi e le mogli con la squadra che saluta il suo pubblico e raccoglie l'applauso finale con un indimenticabile coro finale dedicato al grande ex: Capitan Totti. Alla Roma basta un punto domenica per chiudere terza e poi la festa sarà vero completa: il resto è cabala e lascia il tempo che trova.
LEGGO (R. BUFFONI)
Provate ad immaginare dov'eravate e cosa facevate a maggio del 2011. Difficile rispondere vero? Chiaro, è passato tanto tempo. Per esempio, Pallotta non era ancora il presidente del Roma guidata da DiBenedetto. Totti aveva 34 anni e a smettere proprio non ci pensava. Under era un ragazzino di 13 anni che forse nemmeno nei suoi sogni più arditi immaginava di sbarcare imporsi in serie A.
Chi ha ricordi nitidi è invece Allegri perché, come ieri, con uno 0-0 all'Olimpico conquistava il suo primo scudetto da allenatore, arrivato sulla panchina del Milan. E quello rossonero è l'ultimo titolo ante-dominio Juventus. Allegri ieri ha firmato la quarta accoppiata scudetto-coppa Italia: record? Chiamiamola tirannia.
Domenica prossima a questo campionato non resta che emettere il terzo e ultimo verdetto per la retrocessione (Chievo, Cagliari, Spal, Crotone e anche Udinese) e soprattutto il quarto e ultimo posto per la Champions. Lazio-Inter vale tutto. A Simone Inzaghi basterà non perdere per raggiungere Di Francesco nell'Europa che conta.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
A quattro giorni di distanza, dopo la Coppa Italia, la Juventus ha ottenuto, sempre a Roma, anche la certezza del settimo scudetto consecutivo. Nella Capitale la squadra di Allegri ha dunque certificato il suo ennesimo dominio stagionale, che solo il Napoli ha tentato di contrastare fino all'ultimo. La Roma non era mai riuscita negli anni passati a resistere così fino in fondo. Dovrà essere questo il vero obiettivo per la prossima stagione: provare a confrontarsi con i bianconeri. La crescita della società e il lavoro tecnico impostato da Di Francesco sono basi concrete per alimentare sane ambizioni. Era una finale annunciata e così sarà. Lazio ed Inter si giocheranno negli ultimi palpitanti 90 minuti dell'Olimpico l'ultimo posto rimasto per la Champions del prossimo anno. Una chanche che l'Inter, dopo la sconfitta con il Sassuolo, probabilmente non sperava più di avere. Un'ultima complicata prova che la Lazio poteva tranquillamente risparmiarsi. (...)
CORRIERE DELLO SPORT (A. VOCALELLI)
(...) All'Olimpico, alla fine, ha fatto festa anche la Roma, che ha preso un punto che le permetterà con un pareggio in casa del Sassuolo di poter finire aritmeticamente al terzo posto. Considerando la semifinale di Champions, una stagione sicuramente più che positiva e anche qui vale il discorso fatto per il Napoli: per rilanciare la sfida a questa Juve infinita, bisogna cominciare sin da oggi a pensare - con un tecnico di valore come Di Francesco - a come migliorarsi e crescere ulteriormente. Appassionante la sfida per la Champions, con lo "spareggio" tra Lazio e Inter che determinerà la quarta squadra promossa. Non c'è dubbio che sia un vantaggio giocare per due risultati su tre, ma ancora più determinante sarà l'appoggio del pubblico biancoceleste che è già mobilitato per l'occasione. Ha le sue chance anche Spalletti perché non deve trarre in Inganno la sconfitta di sabato sera col Sassuolo: i nerazzurri hanno avuto un'infinità di occasioni da gol e la squadra è sicuramente in salute (...).
LA STAMPA (P. BRUSORIO)
(...) Non noi, ma chi verrà dopo di noi, capirà la grandezza di questa impresa: leggerà per sette volte di fila il nome Juventus alla voce campionato italiano e forse si stropiccerà gli occhi. Rileggerà e capirà che è successo davvero. Che c'è stato un tempo in quel magnifico passatempo chiamato calcio, in cui una squadra ha lasciato le briciole alla concorrenza per un periodo così lungo. (...) La Juventus ha cannibalizzato il nostro calcio e non è detto che sia un bene per il movimento: di certo lo è per un club che, passano gli anni, ma resta a una clamorosa distanza di sicurezza dal resto del gruppo. (...) Il gruppo dirigente, e non lo scopriamo né ora né noi, è l'architrave di questi successi, un unicum questi livelli in Italia. Inter e Milan sono diventate terre di conquista e di speculazione; il Napoli è avvitato intorno agli umori del suo presidente e la Roma, l'unica che in prospettiva può avvicinarsi al modello Juve, partiva da troppo lontano per essere già competitiva per una intera stagione. (...)