"A Lanzalone dagli 50 mila euro"

22/06/2018 17:33

IL FATTO QUOTIDIANO -  Il tentativo di procurare consulenze a Luca Lanzalone. E l'acquisto di una villa in Grecia. Emerge dalle intercettazioni di Luca . E il 4 giugno scorso, parla con Paolo Fiorentino, ad della banca genovese Carige. Era stato Sandro, il noto costruttore padre di Luca, a farli incontrare quasi chiedendo a Fiorentino di seguire con spirito protettivo quel figlio un po' "esuberante". Luca tocca l'argomento Lanzalone: "Tu fagli fare qualcosa anche a Lanzalone, dagli 50... 30.000 euro di consulenza ... fagli fare una cazzata! Costruiamo questo percorso a tutto tondo! Così quando è il momento...". Carige - estranea all'inchiesta come Fiorentino - smentisce: "Non abbiamo dato consulenze a Lanzalone". Fiorentino con il Fatto aggiunge: "Conoscevo Lanzalone come presidente di Acea. Era una persona emergente". Ma la conversazione tra e Fiorentino contiene un altro passaggio: " - riassumono i carabinieri - consiglia di lavorare sulla villa o su una caparra... dice che può fare una caparra o un finanziamento su una banca greca, secondo una tecnicalità con cui poi si perde tutto. Fanno fare un contratto da un avvocato greco", ipotizza "e caricano H. dice che la costruiscono là, e incassano la cosa entro l'anno". Fiorentino ricorda così quel passaggio: "Credo che volesse fare un acquisto immobiliare in Grecia. Si rivolse a me perché conosco persone impegnate nel settore immobiliare greco. Quella conversazione non ha avuto seguito". Fiorentino e Carige sottolineano: " ha chiesto finanziamenti a Carige, ma non ne ha avuti". Intanto l'inchiesta si arricchisce delle dichiarazioni di Luca Caporilli, "dirigente di Eurnova" (di cui era presidente che si è dimesso ieri): è finora l'unico che fa ammissioni. Caporilli era finito in carcere, con e altri quattro. Davanti al pm Barbara Zuin, ha dichiarato: " non ha mai fatto mistero con noi collaboratori della necessità di finanziare i partiti per lavorare. Io non mi sono mai occupato del finanziamento ai politici e dell'erogazione di somme di denaro a soggetti pubblici, ma sapevo che molti di loro richiedevano denaro e che accettava le loro richieste. Io non mi sono occupato dei finanziamenti perciò non so se siano stati fatti lecitamente o illecitamente". Sul ruolo di Lanzalone spiega: "E' il referente del Comune per lo Stadio e lo è stato sin dall'inizio del 2017, fino al giorno del nostro arresto". Un'affermazione importante per l'accusa che vuole dimostrare che l'avvocato genovese era consulente di fatto del Campidoglio. Anche il dell'As Roma, Mauro Baldassoni, sentito come persona informata sui fatti, ha parlato del ruolo di Lanzalone per il Comune nella questione stadio: "Praticamente fino al momento in cui è stato arrestato", anche se poi ha aggiunto: "Il suo ruolo è diminuito d'intensità nel tempo (...) è grandemente scemato a seguito della chiusura della conferenza dei servizi, ma era lui il nostro interlocutore". Lanzalone ha dato una versione opposta: il suo ruolo in Comune sarebbe terminato nel marzo 2017. Successivamente avrebbe parlato dello stadio solo per curiosità.