La giunta difende lo stadio. Il Mef: possiamo farlo noi
19/06/2018 13:15
LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO - M. FAVALE) - A dispetto di tutto, la giunta M5S è convinta di voler andare avanti sulla costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle: «Nel futuro di questa città, sono certo, che ci sarà », dice convinto l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. E questo, nonostante al momento manchino le certezze su uno degli attori principali della vicenda: il costruttore. L’arresto di Luca Parnasi ha decapitato la sua Eurnova, la società che avrebbe dovuto materialmente occuparsi della costruzione dell’impianto. Al momento, il Comune attende che Eurnova faccia le sue mosse. Subito dopo le misure cautelari, una lettera è partita da Palazzo Senatorio verso la società per avere chiarimento su chi sia l’interlocutore con cui relazionarsi. La risposta dovrebbe arrivare a breve, con le dimissioni di Parnasi dal vertice di Eurnova e con una riunione del cda che nomini un nuovo presidente, così da separare le vicende dell’imprenditore da quelle dell’azienda. Più difficile, invece, che sia la procura a nominare un commissario a gestire la società.
«
Il primo passaggio è ricostituire la controparte», insiste
Montuori. Che aggiunge:
«Se poi Eurnova venderà tutti i suoi diritti e il suo terreno a un altro costruttore, io questo non lo so e non lo posso dire» . In questa “
finestra”, in attesa di passi formali da parte di
Eurnova, si inserisce
Invimit, società di gestione del risparmio a capitale pubblico (di proprietà del
ministero dell’Economia) che col suo presidente, Massimo
Ferrarese, avanza una proposta: «
Sia affidato a noi il compito di costruire il nuovo stadio della Roma. Esiste un fondo creato per questo tipo di investimenti che intendiamo utilizzare per la costruzione di importanti impianti sportivi in altre realtà italiane. A differenza di qualsiasi iniziativa privata, tutti gli utili delle opere di Invimit sono destinati alla riduzione del debito pubblico del nostro Paese». Per questo,
Ferrarese (che con la sua
Invimit si era già occupato della vendita di
Palazzo Nardini) ha chiesto un incontro urgente con la sindaca della capitale.
E mentre l’inchiesta procede (ieri Virginia Raggi è stata nuovamente convocata in procura come persona informata sui fatti), insomma, la linea del Campidoglio resta ferma: «Nessuna parte della procedura, in questo momento, sembra minimamente toccata dai problemi di cui leggiamo sui giornali — prosegue il titolare dell’Urbanistica — se questo sarà confermato noi andremo avanti». Certo, ci sarà da parte della giunta una verifica degli atti «perché dobbiamo fare in modo che l’amministrazione non passi dalla parte del torto».
«Stiamo facendo verifiche attente su tutti i procedimenti per accertare che siano stati svolti correttamente, fatto che per il momento nessuno ha messo in discussione», aggiunge anche Luca Bergamo, vicesindaco e assessore alla Cultura. E pure la titolare dei trasporti, Linda Meleo, per la sua parte conferma l’intenzione di andare avanti: «Tutti gli atti sono passati in conferenza dei servizi, in cui sapete che ci sono diversi attori chiamati a esprimere pareri». E questo, nonostante proprio all’interno dell’ordinanza, in un’intercettazione, viene fatto riferimento alle criticità per la mobilità in assenza delle adeguate infrastrutture.
Intanto, seppure la procedura per lo
Stadio finora non sia stata messa in discussione dalla procura, dalle carte emerge il pressing di
Parnasi per la chiusura della conferenza dei servizi intervenendo sulla sua presidente, la dirigente regionale Manuela
Manetti. Le intercettazioni evidenzierebbero «
una disponibilità (riferita de relato)
dell’allora assessore regionale Michele Civita a fornire informazioni ai dirigenti di Eurnova» . Tra le prescrizioni della conferenza, la più temuta è quella del
Ponte sul Tevere e sulla viabilità in generale, infrastrutture che se fossero state giudicate necessarie avrebbero ritardato il progetto.