04/06/2018 15:26
IL TEMPO (F. SCHITO) - Che non avesse peli sulla lingua era ormai cosa nota ma Radja Nainggolan continua a far parlare di sé, anche se non per un gol dei suoi o per una partita da leader con la maglia dei "Diavoli Rossi" del Belgio. Ai Mondiali in Russia non ci sarà per volere del c.t. Martinez e il centrocampista della Roma, vista la sua fortissima personalità, è inevitabilmente uno dei temi caldi trattati dai media del suo paese. E così, nella lunga intervista rilasciata al programma "Gert Late Night", il Ninja si è concesso anche qualche esternazione lontana dagli argomenti strettamente legati al calcio giocato.
Il punto che fa più discutere è quello relativo all’omosessualità tra i suoi colleghi calciatori, ritenuta spesso un tabù. Nainggolan non solo conferma il punto di vista, ma rilancia: «I calciatori gay non rivelano di esserlo, si vergognano, in quel caso al giorno d’oggi saresti un uomo finito. In questo mondo, se ci fosse veramente qualcuno gay, non si sentirebbe a proprio agio, perché il calcio è noto per le belle donne». Non certo un giudizio, quello espresso dal centrocampista della Roma, che negli anni passati più volte si è reso disponibile a fare da testimonial contro l’omofobia, piuttosto una dose di amara verità. Il primo calciatore di un certo livello a fare coming out fu Justin Fashanu, nel 1990. Ex attaccante di Manchester City, Notts County e West Ham, visse una crisi personale dopo aver rivelato la propria omosessualità: il fratello John lo rinnegò pubblicamente e, nei primi anni della carriera, ben prima dell'uscita alla scoperto, dovette subire gli insulti di una leggenda come Brian Clough, suo allenatore al Nottingham Forest. Fashanu, a carriera terminata, finì per togliersi la vita il 3 maggio del 1998, dopo essere stato anche travolto da uno scandalo per un pre- sunto stupro.
Dai toni decisamente meno drammatici il coming out di Thomas Hitzlsperger, ex centrocampista di Stoccarda, Aston Villa, Lazio, West Ham, Wolfsburg ed Everton, che dichiarò apertamente di essere omosessuale nel 2014, un anno dopo il ritiro dall'attività. La vita dell'ex nazionale tedesco, in questi quattro anni, non è cambiata, anche se nessun calciatore di grido si è aggiunto alla lista dei gay dichiarati. Da un fronte all’altro, Nainggolan ha detto la sua anche sul successo che ha con le donne, nonostante il legame del matrimonio: «Tutte mi vogliono, me lo fanno vedere davanti agli occhi, mi sbattono in faccia la loro disponibilità e a volte diventa difficile dire no, anche se sono sposato. Non dico certo di essere un angelo. L’unica cosa importante è che non deve uscire nulla». Il centrocampista belga della Roma sembra stufo di dover restare nel mondo del calcio: una volta conclusa la carriera da giocatore, cambierà totalmente vita. «Se fosse oggi, non mi occuperei di calcio. Non ho intenzione di fare l’analista o il team manager, per me quello che conta è soltanto uscire da questo mondo».