29/06/2018 15:11
IL TEMPO (A. OSSINO - V. DI CORRADO) - Nell'interrogatorio-fiume spuntano fuori altri nomi, magistrati costretti a mettere gli omissis «Ho pagato tutti i partiti». Questa la rivelazione del costruttore del nuovo stadio della Roma, Luca Parnasi, ai pm, nel corso dell'interrogatorio fiume durato 11 ore ha ammesso che i finanziamenti dati ai politici e alle fondazioni, nonché le consulenze elargite, rappresentavano una «captatio benevolentiae», una «credito» da poter vantare al momento opportuno, quando cioè si sarebbero presentati ostacoli burocratici nell'iter di approvazione del progetto per la costruzione del nuovo stadio dell'As Roma. Nell'interrogatorio fiume iniziato alle 17 di mercoledì nel carcere di Rebibbia e conclusosi ieri alle 15 (con un'interruzione di 12 ore per permettere a tutti di dormire), il costruttore romano arrestato il 13 giugno scorso ha vuotato il sacco, ammettendo numerose responsabilità, ma contestualizzandole. Ha confermato l'assunto su cui si fonda l'accusa di corruzione, contestata dai pm Paolo Ielo e Barbara Zuin a lui e a Luca Lanzalone. L'avvocato genovese arrivato a Roma a gennaio 2017, anche se non aveva formalizzato il suo rapporto con l'amministrazione attraverso un contratto retribuito, era di fatto il referente del Comune sulla questione stadio. E lo è rimasto anche dopo essere stato scelto dal sindaco nel ruolo di presidente di Acea. «L'ho conosciuto a una riunione dove c'era anche la Raggi, poi siamo restati in contatto», ha spiegato Parnasi agli inquirenti, confermando quello che già il primo cittadino aveva riferito ai magistrati nella sua testimonianza. Il rapporto tra l'imprenditore e Lanzalone sarebbe poi cresciuto all'ombra del Campidoglio, consulenza dopo consulenza. Parnasi sperava di far sorgere lo stadio giallorosso grazie alle sue entrature. E Lanzalone rappresentava un tassello chiave. Per questo valeva la pena «tenerselo buono» affidando incarichi legali al suo studio. «E colui che ha risolto veramente il tema dello stadio di calcio della Roma, ormai siamo diventati amici», diceva il costruttore al telefono. «E stato messo a Roma da Grillo per il problema dello stadio insieme al professore Fraccaro e Bonafede». «L'ho conosciuto in una riunione, in cui io ero praticamente spacciato perché avevano messo assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, che era un pazzo totale, assoluto, matto...», precisa Parnasi intercettato. Nelle 11 ore di «faccia a faccia» con i pm, il costruttore ha ammesso quasi tutto quello che emergeva dalle intercettazioni, e forse anche di più. Come sospettavano i carabinieri del Nucleo investigativo, che per mesi hanno monitorato ogni sua mossa, Parnasi, per non avere ostacoli di alcun tipo nella realizzazione dello stadio, non aveva scrupoli né imbarazzi a elargire denaro e altre utilità a chiunque: esponenti politici, movimenti, fondazioni e partiti, che fossero di maggioranza o dell'opposizione. Somme in chiaro, tracciate, di cui sono stati spiegati significato e scopo, più altri contributi su cui dovranno essere fatti approfondimenti investigativi per capire sedi natura lecita o illecita. Parnasi pagava per aggirare possibili intoppi, incassare autorizzazioni e «via libera» di tipo tecnico, per velocizzare l'iter amministrativo di determinate procedure, o solo per accreditarsi negli ambienti che contano, in vista di futuri progetti imprenditoriali, da intraprendere anche fuori Roma. «Io pago tutti», aveva già spiegato in una delle tante intercettazioni contenute nel provvedimento restrittivo del gip Maria Paola Tomaselli. «Sulle elezioni spenderò qualche soldo, è un investimento che devo fare... molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te le racconto però la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono...». A questo punto gli inquirenti dovranno capire se queste elargizioni ai politici, anche se formalmente regolari, possano rappresentare una forma corruttiva. Se, in sostanza, abbiano venduto la propria funzione in cambio di denaro, mettendosi a disposizione di Parnasi nel caso ne avesse bisogno.