19/06/2018 13:16
LA REPUBBLICA (G. SCARPA) - Si apre una frattura nei vertici del Movimento. Uno scaricabarile tra la sindaca Virginia Raggi e il Guardasigilli Alfonso Bonafede: tutto ruota attorno a Luca Lanzalone. Diventato oggi per i grillini una sorta di intoccabile. Quale dei due big del Movimento avrebbe scelto l’avvocato amministrativista - arrestato con l’accusa di aver preso mazzette sotto forma di consulenze dal costruttore Luca Parnasi per gestire il dossier stadio della Roma per conto del Campidoglio? La prima cittadina aveva, pochi giorni fa, durante Porta a Porta e poi in una prima audizione di fronte ai magistrati, puntato l’indice contro il ministro della Giustizia e Riccardo Fraccaro, il titolare dei rapporti con il parlamento. Bonafede però ieri, intervistato da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, l’ha in parte smentita: « Glielo abbiamo presentato e lei ha scelto di avvalersene » . Sottigliezze si dirà. In realtà Bonafede si smarca, e prende le distanze dalla Raggi. Ma soprattutto addebita a lei l’onere di aver sbagliato nella scelta di una persona cui affidare i dossier più delicati del comune di Roma. Tra l’altro non è il primo clamoroso flop nella selezione di un professionista da piazzare nei gangli vitali del Campidoglio. L’avvocato genovese, infatti, veniva proprio dopo quel Raffaele Marra, braccio destro della Raggi, arrestato a dicembre 2016, anch’egli per corruzione sempre dai carabinieri del nucleo investigativo.