22/06/2018 13:40
LA REPUBBLICA (M. VINCENZI) - I due grandi assenti erano l’imputata, Virginia Raggi, e il Comune di Roma che, per la prima volta da quando lei è sindaca, non si è costituito parte civile. È cominciato così, ieri mattina, il processo alla prima cittadina di Roma, accusata di falso per la vicenda della nomina di Renato Marra, fratello del suo fedelissimo Raffaele (arrestato per corruzione a dicembre 2016), a capo dell’ufficio Turismo. Un dibattimento che avrà tempi rapidi anche se non come auspicato dal giudice che, entrando in aula, ha esordito: « Ho ottenuto dal presidente del tribunale di portare questo processo anche nella fase pre-feriale, quindi andremo avanti per tutto luglio e saremmo anche disponibili a chiudere il procedimento entro il 30 luglio». Ipotesi che, però, è subito tramontata per via della lunga lista testi di accusa e difesa tra cui figurano il vicesindaco Luca Bergamo, l’assessore allo Sport Daniele Frongia, l’ex capo di gabinetto del Comune, Carla Raineri, Rodolfo Murra, ex capo dell’avvocatura del Campidoglio, Fabrizio Santori, ex consigliere regionale FdI, Roberta Bernardeschi, responsabile Direr ( sindacato dei dirigenti regionali), Carolina Cirillo, dirigente Roma Capitale e l’ex assessore Adriano Meloni. Alla sindaca, la procura contesta di aver dichiarato il falso alla responsabile dell’Anticorruzione: in una lettera ha scritto di aver deciso da sola della nomina di Marra senior, senza che il fratello intervenisse in alcun modo nella decisione. Ma a sconfessarla ci sono chat, mail e intercettazioni. Il processo si riaggiornerà il 16 luglio. Da imputata a testimone. Sono state depositate al tribunale del Riesame che oggi valuterà la richiesta di scarcerazione di alcuni indagati dell’inchiesta sullo stadio della Roma una serie di carte nuove. Tra queste anche l’audizione della sindaca Raggi del 18 giugno. Al procuratore Giuseppe Pignatone, all’aggiunto Paolo Ielo e al pm Barbara Zuin, la prima cittadina ha confermato il ruolo centrale nell’amministrazione di Luca Lanzalone, ex presidente di Acea arrestato la settimana scorsa per corruzione. « Ho presentato Mauro Baldissoni ( dg dell’As Roma, ndr) a Lanzalone nel gennaio del 2017. Quest’ultimo effettivamente interloquiva con le parti private cioè As Roma e Eurnova, dal versante pubblico. Nel senso che ai tavoli di discussione stava dal lato nostro e rappresentava le esigenze del Comune agli interlocutori in ordine ai profili di riduzione delle cubature » . Non solo lo stadio. Lanzalone in Campidoglio era un’eminenza grigia: « La prima volta che ci vedemmo parlammo, alla presenza di Massimo Colomban ( ex assessore alla Partecipate, ndr) e Linda Meleo ( assessore ai Trasporti, ndr), di Atac ed altre controllate. È possibile sia stato coinvolto in altre questioni di rilevanza amministrativa per il Comune». Ed è lei stessa a spiegare che l’avvocato genovese «si è occupato anche di altri dossier, sempre come consulente a titolo gratuito. Tra essi ricordo il dossier di Multiservizi e le questioni relative ai mercati generali». Non solo. La sindaca ha anche spiegato che fu Lanzalone a presentare Franco Giampaoletti, attuale direttore generale del Campidoglio, così come Fabio Sereni, commissario Ipa, istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del Campidoglio. Una centralità ribadita anche da Giampaoletti che ha spiegato che Lanzalone era una figura di riferimento per molti dei temi del Comune: « Mi sono confrontato con Lanzalone anche su altre questioni che interessavano il Comune, ad esempio su Atac, per avere una sua opinione». D’altronde era stato lui a fargli avere quel posto.