26/07/2018 11:42
Un c.t. non si giudicherà da questi particolari, ma Roberto Mancini stupisce anche sulle piccole cose: quando arriva al Centro federale di Catanzaro e vede la folla di tifosi in attesa sotto il sole cocente, non si tira indietro. Ha un sorriso per tutti, si sottopone alle foto di rito, stringe mani e firma autografi. Non soffre il caldo nonostante giacca e cravatta d’ordinanza, neppure il vento (che in A ha fatto le fortune della squadra locale ai tempi del bomber con i baffi Massimo Palanca) mette in crisi il tecnico della Nazionale. Novanta minuti intensi per ritirare il premio Nicola Ceravolo e rispondere a tante domande (...).
Oggi è il giorno dei calendari della A: in momenti simili non le manca la panchina di un club?
«Perché mai? La Nazionale resta un punto di arrivo per qualunque allenatore. Così come lo è indossare la maglia azzurra per i giocatori. Poi c’è chi preferisce avere un rapporto quotidiano con la squadra e magari non si sente portato per fare il selezionatore. La mia una scelta del cuore? Anche, mi sentivo pronto per una esperienza così importante. Abbiamo iniziato un percorso: speriamo di riportare l’Italia tra le protagoniste del calcio internazionale».
Ma con CR7 si gioca per il secondo posto?
«E chi lo ha detto? La Juve è la favorita: ha vinto 7 scudetti di fila e ha preso Ronaldo. Ma nel calcio il campione da solo non basta, l’ultimo Mondiale ne è una dimostrazione. E anche altre big si sono rinforzate».
E quindi?
«Credo e mi auguro sia un campionato combattuto: Roma, Napoli, Inter e qualche altra possono puntare allo scudetto. Il mercato è aperto, vedremo gli assetti definitivi. Ma sono convinto che per la Juve non sarà una passeggiata».
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Intanto la Nazionale si rafforza con l’arrivo di Andrea Pirlo come suo vice.
«Attendiamo che sia ufficiale. Comunque, Andrea vuole fare l’allenatore, quindi la strada da fare è questa. Sarebbe un giusto inizio. Poi uno con le sue qualità mi servirebbe anche in campo... Battuta a parte, aspettiamo, ma sarebbe importante averlo tra noi».
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Primi segnali di rinascita: Under 19 oggi in semifinale dell’Europeo contro la Francia.
«Grande cosa: seguirò la partita con trepidazione e... Qui lo dico e qui lo nego per scaramanzia, ma in caso di finale andrei a vederli dal vivo».
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A settembre si riparte da Polonia e Portogallo con la Nations League. Che Italia vedremo?
«Vogliosa di far bene: il nostro obiettivo resta l’Europeo, ma ogni competizione sarà importante anche per risalire nel ranking. Promesse? Beh, qui ci sono tanti bambini e sapere che hanno visto un Mondiale senza l’Italia è triste. Quindi, mai più una cosa simile. La Nazionale deve qualificarsi sempre, perché poi una volta dentro sappiamo farci rispettare».
(gasport)