De Rossi, le due persone

25/08/2018 17:44

IL FOGLIO (A. BONAN)- Si ha l’impressione che di ne esistano sempre due. Un De e un Rossi. Il primo costruisce, prepara, il secondo finisce e mette il punto. Daniele è il nome che precede, come un sé che lo riporta bambino. L’ego sta tutto nel cognome, con due personalità distinte e inseparabili al tempo stesso, due opposti che si attraggono formando una simbiosi come spesso accade. è un centrocampista ma anche un difensore, un regista ma anche un interdittore. Passa lungo e corto, tira molto forte e piano. è un uomo con la barba ma pure senza. E’ rosso di capelli ma forse è biondo. Non è alto e non è basso. in campo è buono come il pane ed è cattivo all’improvviso. Grida e parla a bassa voce.

è sempre due cose, eppure non è doppio. La sua morale è chiara, specchiata. è la luce che porta nei suoi occhi, la cui sincerità riflette intorno e si diffonde in un secondo. Parla di una sconfitta e subito va al punto senza accampare stupide scuse. Se è stato espulso per uno di quei gesti definitivi di cui si macchia qualche volta la parte più sfuggente del suo corpo e della sua anima, non cerca alibi e chiede perdono. In modo sincero e senza ipocrisia.

, oltre che nella morale, si trova splendidamente sintetizzato in quella che banalmente chiamiamo intelligenza. lo è, intelligente. Nella trama di gioco, spacca il campo con le sue aperture anche lunghissime come di chi ha uno sguardo esteso, se c’è da chiudere in difesa si adatta all’istante senza troppe ripetizioni a casa.
Ha imparato in fretta a essere un leader, e lo è stato da subito, anche quando aveva a fianco, più famoso e di talento rispetto a lui. Se gli chiedi cos’è la vita, non ti risponde, perché non ci sono risposte alle domande impossibili. Ma se cerchi un brandello di verità dalle sue parti, la troverai. Sia che tu passi dal De sia che, proseguendo, ti affidi al Rossi.