29/08/2018 16:03
IL ROMANISTA (G. FASAN) - Se c'è stato un punto di riferimento coerente nella partita contro l'Atalanta nella Roma è stato De Rossi. Lui, forse perché sente più degli altri la Curva, forse perché è il più grande, o perché è il capitano, o forse per tutte queste cose insieme, non si è mai smarrito. Neanche quando la sbarazzina squadra di Gasperini ha preso a pallonate la squadra che è arrivata fra le prime quattro d'Europa nella scorsa stagione. (...) A un certo punto, anzi, due, si è sostituito a Olsen "parando" i tentativi dei nerazzurri che erano due gol fatti. Un 1-5 sarebbe stato troppo, per quel primo tempo orribile che ha fatto avvelenare tutti, primo Di Francesco. Che forse si è avvelenato un po' anche con se stesso per aver concesso ai due giovani centrocampisti dal futuro certo, Cristante e Pellegrini, la chance - tradita - di entrare dalla porta principale nel cuore del gioco. Con De Rossi a vegliare su di loro, d'accordo. (...) Di Francesco per giocare davvero al gioco delle coppie ha bisogno di qualcosa in più. Specie ora che la carta d'identità di De Rossi finirà per ingiallire. E il biondo di Ostia non può essere costretto agli straordinari, perché alla Roma serve sano e lucido, come lunedì, quando ha compensato - è una sua specialità da sempre - il passo con l'intelligenza e la posizione. Anche nei minuti finali della gara con l'Atalanta. Quando potevi vincerla e potevi perderla. Quando serviva l'ordine, misto all'eleganza. (...) E poi ha portato i compagni almeno a trequarti campo per applaudire i suoi sostenitori, fantastici ancora una volta. De Rossi, ultima bandiera anche per l'Uefa, che quella fascia ufficiale della Lega con la scritta "capitano" in blu, proprio non sembra digerirla. Non fosse altro perché quel colore a Roma, accanto al bianco, non ci azzecca niente.