Figalli: "L'equazione per vincere? Presto la dico a Pallotta"

09/08/2018 13:17

GASPORT - Mentre stava per nascere, il primo aprile 1984, la Roma batteva l’ 1-0 all’Olimpico con un gol di Agostino, (...). Il giorno successivo, il 2 aprile, a Roma veniva al mondo Alessio Figalli, il professore di matematica che il 1° agosto ha vinto la medaglia Fields, considerata il Nobel per chi ha fatto dei numeri la propria ragione di vita. Un riconoscimento assegnato una volta ogni 4 anni a 4 matematici under 40. Figalli l’ha ottenuto «per i suoi contributi al trasporto ottimale, alla teoria delle equazioni derivate parziali e alla probabilità». Appunto: quante probabilità c’erano che non diventasse romanista visto che quel 2 aprile 1984 gli studenti della madre (Giuseppina Carola) gli regalarono una sciarpa giallorossa? Poche. O forse nessuna. «Sicuro – sorride –. Quel regalo sarà stato un imprinting . Anche perché davvero tifo Roma da sempre». (...). Il presidente gli ha scritto per complimentarsi, si incontreranno (di nuovo) e magari sarà la volta buona per tornare allo stadio.

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Se la Roma fosse un’equazione a quale l’assocerebbe?
«Non mi sento di avere una risposta per questo, ma posso dirvi quale sarebbe il Nobel della sua storia».

Prego, ci dica...
«, ovviamente».

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L’equazione trading-competitività può essere la strada giusta per un club come la Roma in questo calcio moderno?
«Ogni squadra deve fare i conti col budget. Non conoscendo i numeri, non posso esprimermi. Ripenso però al film «Moneyball» (in Italia «L’arte di vincere»). Basato su una storia vera, un allenatore di baseball si affida alla statistica per decidere che giocatori comprare. Il risultato? Un successo inaspettato con un budget minimo. Non dico che funzionerebbe nel calcio, anzi probabilmente no, ma sarebbe un esperimento simpatico (ci sono già squadre al mondo che si affidano a quel modello, ndr)».

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Attualmente il suo rapporto con la Roma qual è?
«La seguo sempre e la vedo quando posso. Allo stadio non vado da tanto, ma quando ero al liceo ero spesso presente all’Olimpico. A dieci anni, del resto, giocavo a pallone, non pensavo certo ai numeri».

La Roma di gioca con il . Esiste un principio matematico per la copertura perfetta del campo?
«La realtà è che una squadra non copre mai tutto il campo ma di solito poco più della metà, con continui spostamenti. Da questo punto di vista il è certamente molto ragionevole, in tal senso».

(...).