Il potere di Higuain, le misure di Ancelotti e i piani anti-Juve. Roma e il rebus giovani

14/08/2018 14:16

LA REPUBBLICA (E. GAMBA) -  Il nuovo del campionato che viene è nei nomi più che modi: il vecchio Cristiano e il bambino Lautaro, le strisce diverse di Higuain, l’eleganza del fenicottero Ruiz e quella del suo precursore Pastore, i muscolacci di Emre Can e Bakayoko e la freschezza di Kluivert junior sono, grosso modo, le cose che sono cambiate in alta classifica, dove invece gli allenatori, e quindi gli stili di gioco, sono tutti gli stessi tranne che a , dove il passaggio da Sarri ad non è certo un atto rivoluzionario, in ogni caso. Per cercare novità anche ideologiche bisogna scendere nelle zone più paludose della serie A: il vero punto di rottura al conformismo tattico potrebbe essere l’Empoli di Andreazzoli, che l’anno scorso ha giocato un calcio sublime ( siamo nell’ambito di un sarrismo forse addirittura più evoluto), mentre incuriosiscono molto tre allenatori esordienti di pasta molto diversa tra loro ma ugualmente ambiziosi, Pippo Inzaghi a ( dove sta lavorando sul 3- 5- 2, modulo assai in disuso), Julio Velazquez all’Udinese (è impiantabile, da noi, il modello spagnolo?) e Moreno Longo, tecnico che già da un paio d’anni è considerato un predestinato, a ( che ha una rosa modesta, però). È debuttante anche D’Aversa a Parma, altra formazione molto poco attrezzata. Ed è la prima volta che affidano una squadra dall’inizio a Roberto De Zerbi, il più originale, assieme a Nicola, degli allenatori dell’ultima generazione: converrà tenere un occhio sul . Nelle zone alte, invece, sarà tutto più canonico.

Domenica Allegri ha annunciato che partirà con il 4- 4- 2. O meglio, con Ronaldo e un’altra punta (o Dybala o Mandzukic) e non con Ronaldo al centro del tridente o come riferimento nel 4- 2- 3- 1. Sta guadagnando punti Bernardeschi, che tra l’altro ha messo su una massa muscolare imponente. In ogni caso, Allegri proporrà moduli diversi. E come sempre, fino a Natale non sceglierà quello più stabile.
Delle grandi, è la squadra più indefinita, non tanto nel sistema ( dal di Sarri all’albero di Natale ancelottiano) quanto negli elementi che dovranno interpretarlo e nel modo in cui è richiesto che lo facciano. Per adesso, il regista lo fa Hamsik e il centravanti Milik, mentre Mertens arretra nell’affollata pattuglia degli attaccanti d’appoggio (Insigne, Callejon, Verdi, Ounas, prossimamente Younes, mentre Inglese è passato al Parma). Mancano ancora equilibri e identità, ma ha intenzione di continuare su questa strada, puntando su un possesso palla più ragionato e un modo di attaccare più riflessivo.
ROMA
In area scudetto, è quello con le idee più fresche e il materiale umano più malleabile, e la Roma la formazione con i limiti più indefiniti. Il è destinato a prendere una piega più tecnica, o banalmente più offensiva, con due mezzali che l’anno scorso, per tipologia, non c’erano: Cristante è formidabile nel gioco senza palla e Pastore lo è quando la palla la accarezza. Se l’argentino conserverà la salute, potrà fare la differenza. La Roma ha una forbice molto ampia tra potenzialità e fattori di rischio: Kluivert e Ünder sono così giovani da essere capaci di tutto. E a centrocampo arriva N’Zonzi.
INTER
Squadra perfettamente spallettiana, nel modulo ( il 4- 2- 3- 1, che in Italia è fuori moda ma all’estero resta un riferimento) come negli uomini, pur con l’enorme rimpianto di non aver avuto ModricVidal ( che spettacolo sarebbe stato un centrocampo di gangster con lui e ). In compenso è arrivato che aumenta il ventaglio delle possibilità di gioco. La formazione tipo mescola talento, velocità, potenza, personalità, duttilità: tutto ciò che vuole. Trovare la collocazione a Lautaro Martinez potrebbe essere dirimente.
MILAN
Anche Gattuso lavora su un classico 4- 3- 3, meno sofisticato ma più ritmato, meno standardizzato e passionale di quello romanista. Un centravanti come Higuain finirà per risucchiare quasi tutte le idee di gioco, alla fine il 40% dei gol li segnerà lui e quindi i rossoneri agiranno in funzione di ciò. Anche il nuovo arrivato Castillejo, ala presa dal Villarreal per 18 milioni più Bacca. Bakayoko è un centrocampista di grandissimo spessore e aggiungerebbe muscoli, centimetri e potenza, che al reparto di mezzo mancavano. Ora la squadra è completa.