17/08/2018 13:17
Per uno come lui, che di difficoltà nel mondo del calcio ne ha affrontate sempre tante, non sarà certo un problema il confronto, la concorrenza, il giocarsi la maglia giorno dopo giorno. Anche se l’avversario non è uno di quelli banali e si chiama Daniele De Rossi, campione del mondo come lui (anche se 12 anni prima) ma soprattutto totem giallorosso in campo e fuori. Eppure Steven Nzonzi a tutto questo non ci pensa, si concentra piuttosto sulla convivenza. (...). «Sono un centrocampista centrale, lì davanti alla difesa è il ruolo in cui mi sento più a mio agio, anche se poi posso giocare anche negli altri ruoli del centrocampo – dice il francese nel giorno della sua presentazione – La concorrenza con De Rossi? (...) Con Kanté ho giocato anche insieme da titolare contro la Danimarca, in nazionale, chissà che non possa succedere anche con De Rossi». Difficile, almeno finché il modulo resterà questo e cioè il 4-3-3. In quel caso o uno o l’altro, o De Rossi o Nzonzi. Diverso, invece, se si dovesse virare sul 4-2-3-1 o sul 3-4-3, moduli che Di Francesco ha utilizzato anche nella passata stagione. (...) «Mi ha aiutato tanto Monchi, anche se come in tutte le avventure ci sono momenti straordinari e momenti difficili – dice Nzonzi – Il direttore però è uno che sa come si vince e che ha vinto tanto. (...). Portare a casa trofei è sempre difficile, anche se il nostro obiettivo è ovviamente quello di migliorarsi. (...)». Già, Monchi, l’uomo che ha scelto Nzonzi due volte. Prima portandolo dallo Stoke City al Siviglia e ora dagli andalusi alla Roma. «Ho fiducia in Steven, è un giocatore molto forte – dice il d.s. spagnolo – E penso che qui lo possa diventare ancora di più, giocando e allenandosi tutti i giorni con il resto del gruppo, che ha qualità. Con lui abbiamo reso la squadra ancora più forte». E Nzonzi gli farà dimenticare anche la delusione legata a Malcom: «Dissi che avrei preso uno più forte di lui, ma non dissi in che ruolo. Ecco, Nzonzi per me è più forte di Malcom e non solo perché è un campione del mondo. Fino a dieci giorni fa questa era un’operazione impossibile, poi per la voglia di venire di Steven e per lo sforzo che ha fatto la società ci siamo riusciti. (...)».
(gasport)