Agnelli: "Dal 2021 terza competizione. Spazio ai piccoli"

12/09/2018 14:03

Apparentemente si torna all’antico. Fino al 1999 c’erano le tre coppe europee, poi la Coppa delle Coppe sparì e restarono e Coppa Uefa, ribattezzata nel 2009 Europa League. Ora l’Eca, l’associazione dei club del Vecchio Continente, ha dato «luce verde», per usare le parole del suo presidente Andrea Agnelli, all’introduzione di una terza competizione che fiancheggi ed Europa League a partire dal 2021-22, con il beneplacito ovviamente dell’Uefa [...]. L’annuncio è arrivato ieri da Spalato, in chiusura dell’assemblea generale dell’Eca. La decisione definitiva arriverà a dicembre nell’esecutivo Uefa di Dublino. È da delineare, in particolare, la lista d’accesso alla terza coppa [...].

In base allo schema abbozzato, verranno ridotte da 48 a 32 le partecipanti dell’Europa League: 16 confluirebbero nella nuova manifestazione assieme a 16 new entry. Con il format confermato della a 32 anche per il prossimo ciclo, dal 2021 avremo pertanto 96 iscritte alle coppe europee, equamente divise. Si torna all’antico, ma solo apparentemente. La svolta “socialista” dell’Eca [...] è stata figlia di un calcio ormai trasfigurato rispetto agli antichi riti: un business mostruoso, da 20,1 miliardi di euro di fatturato (limitandosi ai club europei di prima divisione), in crescita pure in tempi di crisi, che ha divaricato le distanze tra grandi e piccole polarizzando il mercato e premiando sempre di più quelle squadre in grado di interfacciarsi come brand globali. [...] Non è un caso se la richiesta di introdurre una terza coppa sia arrivata, in particolare, dai club dei Paesi più piccoli in seno all’Eca, nell’ambizione di aumentare le possibilità di partecipare alla ribalta europea, con guadagni annessi. [...] Il rischio, tuttavia, è che questo nuovo assetto possa rendere sempre più elitaria la e nobilitare l’ex Coppa Uefa, rafforzando di fatto il tratto piramidale del calcio europeo. Le parole di Agnelli possono essere lette in questo senso: «Il fattore determinante di questa decisione è stato il bisogno di accrescere il valore globale delle competizioni».

Il fatto che quest’annuncio porti la firma dell’Eca la dice lunga sul ruolo-chiave assunto dall’associazione dei club nei palazzi del football. [...] Dal sistema dei trasferimenti al calendario internazionale post 2024, visto che «siamo gli unici stakeholder dell’industria calcio ad assumerci il rischio imprenditoriale». «Serve una maggiore armonizzazione dei calendari – ha aggiunto il n.1 della -. Tra Germania e Inghilterra ci sono 10 partite all’anno di differenza a causa del numero diverso di competizioni e partecipanti a livello domestico: non è possibile. Inoltre sono obbligatori periodi di riposo per i giocatori, che non sono macchine». Ma l’argomento più sensibile per l’opinione pubblica resta la Var.

Il capo degli arbitri Fifa Massimo Busacca ha tenuto davanti ai club una relazione sull’uso della video assistenza all’ultimo Mondiale. «I risultati sono eccellenti – ha detto Agnelli -, l’accuratezza al 99% delle decisioni è ovviamente una buona notizia e dà più forza alla richiesta delle società di implementare la Var nelle competizioni Uefa il prima possibile. Comprendiamo le necessità logistiche dell’Uefa per una corretta formazione degli arbitri, speriamo che la prossima stagione l’Uefa si trovi nella condizione di poterla introdurre nella e nell’Europa League. [...]». Agnelli ne ha parlato con Ceferin. Il via libera alla Var nelle coppe 2019-20 dovrebbe avere un’accelerazione, forse definitiva, a fine mese nell’esecutivo Uefa di Nyon.

(Gasport)