L’amarcord di Nesta «Io e Totti, amici clandestini»

13/09/2018 14:48

"Io, Nesta, capitano della Lazio, amico di , capitano della Roma: in questa città non era possibile, non sarebbe stato accettato. Così andavamo assieme all’estero, a giocare in nazionale, ma quando tornavamo a casa non potevamo vederci a cena». Un’amicizia clandestina, vietata dalla rivalità del campo. E rivelata in tutta la sua autenticità a distanza di tanti lustri, perché ormai non sono più ragazzi né calciatori. (...) Nesta e assieme hanno vinto un Mondiale, ma quel rapporto è molto più antico. E quando spunta un filmato un po’ sfocato, nel quale si vede l’amico-avversario che gli fa passare la palla sulla testa – sono entrambi del ‘76, all’epoca avranno avuto dieci anni –, Nesta la butta sul ridere: «Non ho in mente quell’episodio. Anzi, forse non è mai esistito». (...) E nell’occasione, a Radio Radio, ha svelato anche cosa accadde nel suo giorno più difficile da laziale, il derby perso 5-1 nel 2002: «La società voleva vendermi, me lo avevano detto e ripetuto; io volevo rimanere. E poi in quel periodo si parlava di tutto meno che di calcio: non prendevamo gli stipendi da sette mesi, ero capitano, i compagni venivano da me a lamentarsi. Così contro la Roma non ci ho capito nulla. Nell’intervallo ho detto: mi vogliono vendere? Allora mando tutto a quel paese. E sono uscito. Ho sbagliato, non lo rifarei. (...)

(corsera)