L’equivoco tattico di Pastore e il ritorno al 4-3-3

03/09/2018 13:41

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) -  Se è vero che la sosta arriva a fermare il cammino zoppicante della Roma, capace alla terza giornata di avere solamente quattro punti, Di Francesco non potrà però sfruttare troppo i benefici di due settimane di lavoro extra lontano dalle gare ufficiali, perché i nazionali sono tanti.
Ben tredici, per la precisione Luca Pellegrini, Nzonzi, Kluivert, Bianda, Under, Schick, Kolarov, Olsen, , , Lorenzo Pellegrini, Cristante, Zaniolo - con Trigoria che si svuoterà. Ma il tecnico potrà avere a disposizione Pastore, l’elemento tattico della discordia. Acquistato per fare la mezzala – come più volte dichiarato sia dal tecnico sia dal giocatore stesso – l’argentino fatica a trovare la sua dimensione in squadra, spaesato e poco incisivo sia nel , sia nei cambi di modulo attuati da Eusebio per spostarlo un passo in avanti.
Il ragazzo, arrivato da Psg a fine giugno per 24,7 milioni di euro, ha potuto lavorare per tutta l’estate con il nuovo allenatore, sia nella prima parte della preparazione precampionato a Trigoria, sia durante la tournée negli Stati Uniti. Difficile, quindi, che un paio di settimane in più possano aggiungere qualcosa rispetto alle convinzioni di giocatore e mister, sicuramente aiuteranno per un confronto aperto, diretto, alla ricerca degli equilibri migliori.
dovrà isolarsi dai discorsi che vengono fatti fuori e, soprattutto, dentro Trigoria, proseguendo sulla strada delle proprie convinzioni e non abbandonando la strada del , sistema di gioco sul quale ha lavorato negli scorsi mesi e sul quale dovrà insistere. Con ovviamente l’elasticità di cambiare in corsa, durante le partite o a seconda delle complicazioni che sorgeranno, ma basandosi su un’identità che la Roma dovrà assimilare.
Ci sarà anche , non convocato dall’Italia di Mancini. Il giocatore potrà concentrarsi solamente sulla squadra giallorossa, dosando le energie fisiche e alternandosi in mezzo al campo con Nzonzi, che è stato preso proprio per fare quel ruolo nel centrocampo a tre.
In attesa di ritrovarsi sul campo, è andato intanto a cercare le sue origini, , facendo una gita nel paese dei suoi antenati nel Cilento, a Lentiscosa, comune di Camerota. Il nonno del nonno del difensore è stato l’ultimo nativo della zona, prima di emigrare in Argentina, e il ragazzo ci teneva tantissimo a conoscere le sue radici. Il sindaco l’ha nominato cittadino onorario e a è stato intitolato il Roma Club del paese. «Essere qui è un sogno – le parole del difensore giallorosso – i miei nonni mi parlavano sempre di Lentiscosa e delle sue bellezze e mi hanno tramandato il culto di Santa Rosalia».