Di Francesco si accontenta: «Giusto così, ma il gol al 90'...»

29/10/2018 13:39

IL TEMPO (E. MENGHI) - Se il gol di Mertens al 90’ più che di beffa sa di giustizia,
qualcosa la Roma deve aver sicuramente sbagliato. Poi, è vero, si può anche vincere soffrendo, le grandi squadre sanno farlo, e uscire con un pareggio dal San Paolo non dovrebbe essere nemmeno così male. Ma con una classifica che vede i giallorossi nel gruppone a quota 15 punti e col che fa il record di tiri in porta, 26 contro 8 (48 cross a 7 e 17 corner a 3), non si può certo tornare a casa col sorriso. L'ultima raffica di conclusioni così i partenopei l’avevano fatta contro il Parma e ieri sera la formazione di
è stata ridimensionata dal gioco travolgente degli azzurri, che l’hanno costretta a
cambiare identità, a perdersi e ritrovarsi a vestire i panni della provinciale. «Dispiace
aver preso gol al 90’, ma il - ammette il tecnico romanista - l’ha meritato per
quella che è stata la partita. Con in campo eravamo più bravi nel palleggio,
nel secondo tempo ci hanno fatto correre loro, non siamo riusciti ad invertire la rotta e ci
siamo abbassati troppo. Per me, comunque, abbiamo fatto un’ottima prestazione, abbiamo sbagliato tanto tecnicamente, ma abbiamo avuto il desiderio di essere squadra, non puoi giocare a calcio se ti manca questo, lavoriamo per questo. Stiamo dando serenità a questi ragazzi, vogliamo convincerli che possiamo migliorare le prestazioni». Il fallimento, se così si può chiamare, è proprio lì, nel gioco meno bello rispetto all’avversario, nel gioco reso meno bello da un avversario che ha costretto la Roma ad arretrare, andando contro la
sua stessa natura, tanto da avere solo il 37,3% di possesso palla: «Il piano B del secondo
tempo non mi è piaciuto tantissimo, la squadra perde d’identità se si schiaccia troppo, non è allenata per difendersi così bassa, vorrei una Roma propositiva, non difensivista». ha urlato a lungo ai suoi di alzarsi, non è nella sua filosofia accontentarsi di essere un muro respingente, quantomeno a un attacco deve corrispondere un contropiede, ma le gambe dei giallorossi erano troppo stanche per eseguire le richieste dell’allenatore: «E stata anche una questione fisica, abbiamo perso di freschezza. Succede quando giochi con tanti giocatori in condizioni approssimative, le difficoltà maggiori le abbiamo avute nel trovare ritmo. Dobbiamo crescere sotto tanti punti di vista, alcuni devono ancora e assorbire la realtà romana, quando vengono meno i risultati in campionato si affrontano queste partite con determinazione. Il è in ottima condizione di forma, noi venivamo da troppi problemini, e ci hanno lasciato per strada, sono importanti per noi. Nella ripresa sono passato al per agevolare Cristante». Il cambio modulo non è bastato per evitare il primo pari in campionato per i partenopei, che si sono scontrati con Olsen, sempre più sicuro trai pali, oltre che con la mira spesso imprecisa: «Sono contento di Robin e di Santon», i complimenti di in sala stampa, poi uno slancio di fiducia: «Devo essere ottimista, questa squadra ha potenzialità importanti, la mia bravura deve stare nel fargli esprimere con continuità determinate prestazioni. Se avessimo vinto sarebbe stata una grande iniezione di fiducia, utile anche a far crescere i giovani, invece rimane il rammarico del gol al 90’».