27/10/2018 14:36
IL MESSAGGERO (R. VENTRE) - Ancelotti ritrova la Roma, una partita speciale, una serata dalle mille emozioni. Il tecnico azzurro, che vinse lo scudetto da calciatore in maglia giallorossa, ne parla durante il forum al Mattino. «La prima esperienza lontano di casa: Roma negli anni 80 era bellissima, più vivibile. Ho vissuto otto anni, caratterizzati anche da un periodo di stop per un lungo infortunio, e non si dimenticano». Il presente è la sfida di domani sera al San Paolo: il Napoli viene dalla grande prova con il Psg in Champions League e in campionato è a meno 4 della Juve. La Roma invece è più dietro rispetto agli azzurri ma Ancelotti non si lascia ingannare dalla classifica. «La Roma ha cambiato tanto, soprattutto a centrocampo. Questa situazione può sembrare sorprendente, ma è la normalità quando cambi così tanto nella parte nevralgica della squadra, nel reparto che determina di più le prestazioni. Quando perdi Nainggolan e Strootman serve tempo per inserire i nuovi», spiega e mette in risalto la pericolosità del prossimo impegno per gli azzurri. «La Roma è avversario temibile che ha avuto alcuni alti e bassi in questa stagione ma che ha tanto potenziale, tanti giocatori di esperienza e uno di questo è Dzeko che dobbiamo tenere sotto controllo. Una squadra molto forte sulle palle inattive».
LO SCUDETTO - Il tricolore manca da tanti anni al sud, gli ultimi sette li ha vinti la Juventus. «E sarebbe ora di vincerlo. Al sud c'è solo il Napoli però. Gli investimenti vanno solo al nord perciò il predominio è al nord. Siamo a -4? Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità», dice. Poi, su De Laurentiis? «Una persona schietta e leale. È un personaggio vulcanico e molto generoso, con il quale si sta molto bene. Ma a tressette sono più bravo io», scherza il tecnico e poi torna sulla chiamata in estate da parte del presidente del Napoli. «Non mi aspettavo la chiamata del Napoli perché ritenevo che la collaborazione con Sarri continuasse. Quando sono stato contattato dunque sono rimasto un pò sorpreso ma ho capito subito che sarebbe stata l'avventura giusta per me perché sapevo che qui avrei trovato un progetto valido, che c'era un'ottima qualità dei giocatori e conoscevo il grande entusiasmo in città».