28/10/2018 14:11
IL MESSAGGERO (L. LARCAN - S. PIRAS) - Fabio Serini lascia l'Ipa. Di sua spontanea volontà? No. La sindaca Virginia Raggi ha avviato le procedure per il benservito. Serini è indagato per traffico di influenze e corruzione in concorso con Luca Lanzalone finito nell'inchiesta Tor di Valle. E dunque non è più opportuno che si occupi dell'Istituto di previdenza dei dipendenti capitolini, secondo la prima cittadina. Ma sembra sempre più a rischio anche la posizione del Soprintendente di Roma Francesco Prosperetti, già indagato con l'accusa di aver favorito Parnasi in cambio di un incarico a un suo amico architetto. Come fanno sapere dal ministero dei Beni culturali, non «sono esclusi provvedimenti nei suoi confronti». Sul fronte comunale, Fabio Serini era stato nominato commissario straordinario a giugno 2017, chiamato da Lanzalone per salvare l'istituto (che si occupa di prestiti e rimborsi delle spese sanitarie dei dipendenti capitolini) dal default economico, in virtù della sua esperienza a Livorno come ex commissario giudiziale nella procedura per il concordato preventivo dell'Aamps. In realtà, secondo il pm Barbara Zuin, Serini a Livorno sarebbe stato corrotto per esercitare le sue funzioni di commissario dell'azienda rifiuti e nominare proprio Lanzalone nella procedura di concordato della Aamps. In cambio di quella nomina, Lanzalone sarebbe «intervenuto presso il sindaco Virginia Raggi», facendolo nominare commissario straordinario dell'Ipa. Nel giro di favori reciproci Serini ha poi ricambiato l'amicizia, dando almeno due incarichi allo studio di Lanzalone e, in particolare, al suo socio Luciano Costantini.
L'OPPOSIZIONE - L'opposizione chiede una commissione di indagine. «Su nostra sollecitazione, vista l'assenza di controllo da parte dei vertici del Campidoglio, abbiamo più volte ascoltato in Commissione Trasparenza il Commissario Fabio Serini che, oltre a venire a raccontare un sacco di frottole, ha pensato bene di impegnare con la determina n. 147 del giugno 2018, per i restanti sei mesi fino a dicembre 2018, la somma di 86mila euro per sè stesso e di 55mila euro per il suo sub commissario, aumentandosi lo stipendio quasi del doppio mentre l'Istituto va a rotoli», scrive Francesco Figliomeni (FdI). Quanto al Soprintendente Francesco Prosperetti, di cui è stata perquisita anche l'abitazione, la sua posizione sembra in bilico. «Gli esiti delle attività ispettive del Mibac nei confronti di Prosperetti sono state inoltrate alla competente autorità giudiziaria - spiegano dal Collegio Romano - Il Mibac sta seguendo con molta attenzione gli sviluppi della vicenda che è al vaglio del segretario generale Giovanni Panebianco».