28/11/2018 14:48
IL TEMPO (E. MENGHI) - Abito blu e lacrimoni. Sì, qualcosa è cambiato, ma non tutto. Le emozioni nel rivedere Totti in campo, sotto la sua curva, saranno sempre le stesse, si piange e ci si abbraccia nel ricordo di un capitano che ha fatto la storia e ieri su un «tappeto diverso» sul quale ha sfoggiato un bel paio di scarpe eleganti ha mosso un altro passo importante dentro di essa. Dentro la Roma. «Siete voi la mia Hall of Fame», ha gridato in
un microfono che sfortunatamente si sentiva poco e niente, sia in tv sia dal vivo, ma il messaggio ai suoi tifosi e arrivato ugualmente e tutti hanno risposto coi lucciconi agli occhi, un magone allo stomaco e il solito coro a lui dedicato. Perché «un capitano è per sempre» e non c’è addio che può spezzare questo legame fortissimo. Totti ha fatto il giro di campo all’Olimpico, all’altezza dei distinti ha raccolto una sciarpa giallorossa, poi si è soffermato sotto la Sud a sentire i cuori battere, a rivivere quella miriade di immagini che il pubblico accorso in anticipo allo stadio e si è potuto gustare già dalle 19 sui maxischermi. Lui ce le ha tutte in testa e non deve essere semplice riscoprirsi fragile 548 giorni dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Era il maggio del 2017, Francesco calciatore salutava con una lettera strappalacrime la sua prima vita, l'unica che conosceva, ed entrava a far parte della storia, eletto direttamente dal club, come mai successi prima, come membro della Hall of Fame. Insieme ai più grandi. E da un grandissimo come Falcao e dal suo amico Bruno Conti è stato accolto ieri allo stadio: «Di nuovo in campo? Non è uguale, sono tappeti diversi. Per me è un
giorno troppo importante perché essendo romano, romanista e capitano, ricevere questa maglia è un privilegio. E difficile da descrivere ed è sempre emozionante. La cosa più bella e rimanere unito al pubblico come è sempre stato. Sono tutti fratelli e sorelle, li amo. Loro
sono nella mia Hall of Fame». La maglia di cui parla e quella sartoriale, edizione limitata dedicata ai membri di questa elite romanista (da ieri ne fanno parte anche Mario De Micheli, Rodolfo Volk e Giuliano Taccola, annunciati dal Divino), per ciascuna casacca vengono prodotti due esemplari, uno va al calciatore eletto, l’altro rimane alla società ed è destinato al futuro museo dello Stadio della Roma. Totti ha portato la sua maglietta preferita sotto la curva e l’ha baciata, come ai vecchi tempi. Anche il Real lo ha omaggiato con la
maglia consegnata da Raul, Roberto Carlo e Butragueno. Quella che lui non ha mai voluto indossare.