25/11/2018 16:33
LAROMA24.IT - La Roma incappa nella quarta sconfitta in campionato ad Udine al debutto di Davide Nicola sulla panchina bianconera: l'1-0 di De Paul fa ripiombare i giallorossi in crisi d'identità, prima del Real Madrid, atteso martedì all'Olimpico, e dell'Inter, che sarà ospite tra le mura giallorosse domenica per la 14a giornata di A. "Sconfitta dolorosissima in un momento delicato della stagione e ancora una volta dopo una sosta", sentenzia Tiziano Carmellini sulle colonne de "Il Tempo", con "un'assenza di personalità, per dirla in italiano, vero nodo da sciogliere per questa squadra a volte impalpabile". Lapidario Andrea Di Caro su "La Gazzetta dello Sport": "La Roma scompare di nuovo" .
Per Ivan Zazzaroni sul "Corriere dello Sport" le colpe sono anche di Di Francesco che "ha riproposto una versione povera di personalità e tatticamente impalpabile non distante da quelle di San Siro e Bologna, una formazione mai capace di dominare la partita, senza colore, spesso confusa e terribilmente inconcludente".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
E' tutto vero. La Roma lo ha fatto di nuovo. A Udine un'altra partita dominata (12 corner a zero, 76% di possesso palla, 26 tiri in porta dei quali 9 nello specchio la raccontano tutta o quasi), un'altra sconfitta: dolorosissima in un momento delicato della stagione e ancora una volta dopo una sosta. E' la quarta quest'anno contro una delle "piccole" del campionato, quelle squadre che viaggiano faticosamente nella colonna destra della classifica. Dopo i ko con Bologna e Spal (ai quali va aggiunto il pari casalingo col Chievo che assomiglia molto a una sconfitta), arriva quello contro l'Udinese di Nicola (terzultima in classiffica prima di ieri). Una squadra che non ha dovuto far altro che difendersi, per tutta la gara, salvo lanciare due contropiedi. Con uno ha vinto la partita, con l'altro avrebbe addirittura dato il colpo di grazia in anticipo ai giallorossi se la Var non avesse "colto" lo stop di mano di Pussetto prima del raddoppio dopo il vantaggio firmato da De Paul.
E qui dobbiamo aprire, purtroppo, un'altra volta il doloroso capitolo sulla nuova tecnologia e sui metodi del suo utilizzo. La Var sei minuti prima del vantaggio friulano aveva negato ai giallorossi un rigore per fallo in area netto, di Samir su Pellegrini. Il problema, come sempre, non è tanto la Var in sé, ma piuttosto ancora una volta l'arbitro che non va nemmeno a rivedere l'episodio: la solita storia. Così non ha proprio senso.
Ora, è vero che sullo 0-0 un rigore avrebbe potuto cambiare la dinamica della gara, ma non può essere un alibi per questa Roma che rischia di ritrovasi oggi al decimo posto in classifica (ora è sesta ma devono ancora giocare tutte le altre ed è stata praticamente doppiata dalla Juve a quota 37 dopo sole 13 giornate). Non male per una squadra partita con l'obiettivo minimo della zona Champions, ma che con Atalanta, Bologna, Spal, Udinese e Chievo ha accumulato due soli punti: pazzesco. E in mezzo c'è tutto: Di Francesco che prova a rilanciare qualche giocatore che sembrava sbloccato (Schick su tutti: altra bocciatura così come per Santon); l'infermeria che continua ad essere piena zeppa (anche stavolta il tecnico ha dovuto fare a meno di Manolas, De Rossi, Perotti, Pastore, Olsen infortunatosi in extremis); e un'assenza di personalità, per dirla in italiano, vero nodo da sciogliere per questa squadra a volte impalpabile. E nella lista degli infortunati si aggiunge anche Pellegrini. Bruttissima notizia in vista del Real che piomberà nella Capitale martedì sera per una partita fondamentale in chiave qualificazione agli ottavi di Champions. Servirà un'altra roba, altra testa, forza e determinazione: insomma, tutta un'altra Roma.
GAZZETTA DELLO SPORT (A. DI CARO)
La Juve c’è sempre, l’Inter è tornata, la Roma scompare di nuovo. La sintesi degli anticipi racconta una vittoria solida, un’altra brillante e una sconfitta sconcertante. Verso la Champions sorridono Allegri e Spalletti, mastica amaro Di Francesco che si aggrappa alla capacità della sua squadra di cambiare pelle quando gioca in Coppa. [...]
Se tre indizi fanno una prova, quattro cosa sono? E quanti ne servono alla Roma per cambiare rotta prima che sia troppo tardi? Per l’ennesima volta non si fa in tempo a celebrare una rinascita (la goleada con la Samp) che si torna al de profundis. Discese ardite e risalite le avrebbe definite Battisti. Dopo la pausa e prima degli impegni di Champions la Roma spesso frena o affonda. Era già accaduto contro Chievo e Spal. Ora il k.o. di Udine. Se ci aggiungiamo la sconfitta di Bologna il bilancio finale contro le squadre di bassa classifica è deprimente: un punto su 12 disponibili. Anche qui un film già visto, ma brutto: squadra apparentemente padrona del campo e del gioco (possesso palla con percentuali bulgare, ma inutili) poi col passare dei minuti ci si rende conto che i tanti piacevoli scambi non portano mai a una conclusione cattiva verso la porta. [...] La Roma ci ha abituato a cambiare pelle quando gioca in Champions e l’augurio è che riesca a farlo anche con il Real Madrid (caduto ieri 3-0), ma il campionato non può diventare un’appendice della Coppa. E i distacchi alla 13esima giornata cominciano ad essere imbarazzanti.
CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)
Ci si è messo anche Di Francesco. Non erano bastati un mercato di stravolgimenti e una serie di prestazioni poco esaltanti in campionato, tutte piuttosto simili, per trarre le giuste conclusioni e guardare in faccia la realtà. Niente: nel momento sbagliato (urgenza di punti e recupero di fiducia, trasferta rischiosa) Eusebio ha tentato ugualmente l’azzardo - o almeno lo considero tale - dando probabilmente il colpo di grazia alle ambizioni di zona Champions della Roma. [...] Eppure DiFra, anche in vista dell’impegno col Real, ha insistito con l’operazione rilancio delle seconde linee: rinunciando a Manolas, De Rossi, Perotti e Florenzi (quest’ultimo in panchina) e presentando Schick al posto di Dzeko e Kluivert per Under, ha riproposto una versione povera di personalità e tatticamente impalpabile non distante da quelle di San Siro e Bologna, una formazione mai capace di dominare la partita, senza colore, spesso confusa e terribilmente inconcludente. [...]
In fondo l’indebolimento della Roma - un punto tra Spal, Bologna, Chievo e Udinese - è riassunto nel giudizio che da settimane sento esprimere da tifosi, giornalisti e ex calciatori oggi commentatori tv: “Questa squadra non può fare a meno di De Rossi”. Giusto un anno fa, a gennaio, la società sembrava poco propensa a proseguire con Daniele, che ha 35 anni, qualche acciacco e migliaia di chilometri nelle gambe. Se dodici mesi dopo DDR è diventato indiscutibilmente necessario per personalità, esperienza, decisione e senso tattico, significa che molto è stato sbagliato, e allora se fossi nei dirigenti - l’autocritica non porta punti - comincerei a pensare a interventi immediati e corposi. Anche per aiutare Di Francesco a ritrovare un po’ di serenità al momento delle scelte.
LA STAMPA (G. GARANZINI)
[...] Mentre del tutto negativo è risultato il pomeriggio della Roma, che troppo pensando al Real Madrid ha perso di vista l’Udinese. E chissà se era davvero il caso di lasciare il certo per l’incerto, visto che il Real ne ha presi altri tre in provincia, stavolta dall’Eibar. A differenza del Tottenham che tre li ha fatti al Chelsea di Sarri, chiudendo alla vigilia del ritorno con l’Inter il lungo black-out iniziato nella sfida d’andata.