La coscienza di Zeman: "Per la Lazio ho pianto, per la Roma invece no"

27/11/2018 13:55

LEGGO (E. SARZANINI) - Venti anni dopo il suo addio, Zdenek Zeman ha dichiarato amore alla Lazio. Lo ha fatto in una lunga intervista rilasciata a Denik Sport, in cui ha parlato anche delle sue esperienze romane a partire da quel 26 gennaio 1997 quando dopo la sconfitta interna contro il Bologna, Sergio Cragnotti, che lo aveva portato in biancoceleste nel 1994, decise di esonerarlo: «Posso dire che ho pianto e ricordo che i tifosi stavano mettendo insieme una petizione per non farmi andare via. Ero molto più giovane, quindi è stato molto difficile per me. Non è stato così invece quando ho lasciato la Roma, avevo capito che il presidente voleva cambiarmi per Fabio Capello». L'allora presidente giallorosso Franco Sensi nella stagione 1997-98 nonostante il suo passato alla Lazio lo scelse per guidare i giallorossi: «Mi hanno chiamato che ero a Praga e quando arrivato all'aeroporto, ho incontrato alcuni tifosi biancocelesti che mi hanno detto che avevo ragione e che potevo andare alla Roma. Normalmente non succede perché c'è un'enorme rivalità. Quando ho perso contro la Lazio nel mio primo derby, i tifosi giallorossi mi hanno detto che ero un laziale».

Al suo primo anno a Formello Zeman trovò oltre a Giuseppe Signori anche Roberto Rambaudi che aveva entrambi avuto ai tempi del Foggia: «Ricordo bene l'episodio del derby, ci rimase malissimo spiega l'ex numero 7 biancoceleste e la notizia gli arrivò mentre era a una riunione a Coverciano; fu un duro colpo per lui perché ci teneva tanto». Rambaudi è certo che il boemo sia riuscito in una sorta di piccola impresa: «Lui è l'unico allenatore che è riuscito a farsi volere bene sia alla Roma che alla Lazio, una cosa atipica in una città come questa». Poi scherza su: «Con lui sono stato benissimo, ma si correva troppo».
Di avviso opposto invece Nando Orsi, ai tempi di Zeman terzo portiere, che evidentemente non ha dimenticato le dichiarazioni d'amore che il tecnico fece quando andò sulla panchina giallorossa: «Mi sembra atipico in una città come Roma che si possa avere questo trasporto per entrambe le squadre ma non ho nulla contro di lui». Anzi, Orsi nel tempo lo ha rivalutato: «Tecnicamente è stato molto bravo con i suoi pregi e i suoi difetti anche se purtroppo non era il massimo nella gestione con gli uomini a livello di rapporti umani. In ogni caso nel tempo l'ho rivalutato anche perché mi sono spesso confrontato con lui su diverse teorie che poi ho capito essere giuste».