01/11/2018 15:09
IL TEMPO (A. OSSINO) - «Caspita: praticamente mi fai da segretaria! Che onore!!». Luca Lanzalone è divertito e soddisfatto mentre, il 17 maggio del 2017, scherza con Virginia Raggi. Del resto considerare il sindaco della Capitale come una segretaria personale non capita tutti i giorni. Certo, si tratta di una goliardata. Una battuta all'interno di un discorso più ampio in cui Lanzalone, l'uomo-stadio della Raggi divenuto presidente di Acea, risponde al primo cittadino che chiedeva «di darmi un paio di date per incontrare» sindaci vari in merito «all'abbassamento del livello dell'acqua del lago». Nella stessa conversazione Lanzalone caldeggia la nomina di Fabio Serini come commissario dell'Ipa. Si tratta della persona che precedentemente avrebbe affidato alcuni incarichi ben retribuiti allo studio LanzaloneePartners.
La vicenda emerge dall'informativa del 17 maggio scorso relativa all'inchiesta «Rinascimento», quella che ha fatto tremare le fondamenta di uno stadio mai costruito: il Nuovo Stadio della Roma. È in quelle pagine che si scopre come Lanzalone avesse un ruolo importante. «Stai tranquillo (nb: non «sereno» alla Renzi) - scrive in chat Lanzalone il 15 febbraio 2017 - Anche ieri ho parlato dite alla Raggi...». A ricevere il messaggio è Gianni Lemmetti, che nell'agosto 2017 diventa assessore al Bilancio della giunta Raggi. L'avvocato in prestito al Movimento 5 Stelle è cosciente della sua posizione. Nei panni di consulente per lo stadio parla con Luca Parnasi. È il 16 maggio 2018, e il costruttore finito in manette nel giugno scorso aveva appena incontrato Giancarlo Giorgetti, della Lega. Con Parnasi Lanzalone parla «del fatto che Grillo può o meno influenzare la scelta del nominativo per la guida del nuovo governo. I due parlano dei rapporti di Lanzalone con Fraccaro con Di Maio e con Vincenzo Spadafora - annotano gli inquirenti - Lanzalone riferisce a Parnasi che con Vincenzo Spadafora ha un rapporto più stretto e confidenziale». L'importanza di Lanzalone fa gola a Parnasi: «Gli obiettivi che intendevo conseguire dal rapporto con Lanzalone - dirà l'immobiliarista nel corso di un interrogatorio - erano tre: progetto stadio, progetto di Marino Ecovillage e Fiera di Roma. Lui era una persona capace, che operava per il Comune di Roma nell'iter relativo allo Stadio e che godeva di grande credibilità nel mondo 5 Stelle, sia a livello comunale ma anche a livello nazionale». Se Parnasi pensava che Lanzalone aveva una rilevanza nazionale un motivo c'è: «Domani mi ha convocato il ministero degli Esteri per un incontro prima con Della Vedova (viceministro) e poi con Cantini (nuovo ambasciatore in Egitto)», scriveva Lanzalone al costruttore. E forse, Lanzalone, una caratura nazionale la aveva veramente.
Al telefono fa trasparire, o millanta, una voce m capitolo sulle nomine. Il «31 maggio 2018, ovvero nel momento in cui erano in corso le trattative per la formazione del nuovo governo e l'assegnazione di importanti incarichi», Lanzalone parla con uno dei suoi soci. Scrive «che lui, in quel momento, sulle nomine non può intervenire ma, se potesse», farebbe i suoi interessi: «Se potessi avere influenza sulle nomine prima penso a te, poi a quelli dello studio e se avanza a chi offre di più». Non sarebbero chiacchiere da bar, perché Lanzalone scrive: «A me avevano messo sulla partita nomine. Poi hanno deciso di sospendere tutto per concentrarsi solo sul Governo (e così si sono perso una ventina di nomine; io ho piazzato un sindaco in Leonardo)». In realtà Lanzalone non stima il «governo Giamaica»: «5S (gialli), Lega (verdi), Fdi (neri)». E scrive anche: «Ieri gli ho risolto un problema delicatissimo con la Presidenza del Consiglio scoprendo, come supponevo, che abbiamo ovviamente molti "nemici" interni tra cui Alfonso, Luigi e compagnia, anziché difenderci, abbozzano per non esporsi (...) non è normale che i nostri amici non ci difendano visto che gli salviamo il culo pressoché quotidianamente». L'interlocutore risponde: «Questi a chiedere sono bravissimi, ma a me non piace essere quella che ti trombi e che non ti porti a cena». Lanzalone, tra i tavoli del ristorante il «Localino» parla con Parnasi anche delle nomine della Cassa depositi e prestiti: «I sottosegretari e i viceministri se la vedono loro, noi abbiamo la Cdp».
Non c'è solo Lanzalone negli atti all'attenzione del pm Barbara Zum. Parnasi puntava anche sull'ex capogruppo dei 5 Stelle in Comune: «Ho fatto predisporre il progetto (quello relativo al Lungomare di Ostia, ndr) in ragione della funzione esercitata dal Ferrara (Paolo, indagato e ieri interrogato in procura ndr), poiché era il capogruppo dei Cinque Stelle al Comune di Roma e per la sua capacità di influire sull'iter amministrativo inerente al progetto stadio e sui progetti futuri che avevo in animo di realizzare». In realtà Parnasi strizzava un occhio a tutti, finanziando politici, fondazioni e onlus: «Queste onlus hanno sempre vicinanze politiche», ha spiegato agli inquirenti. Ed è in questa direzione che l'indagine continua.