27/11/2018 15:28
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - L’inflazionatissimo "modello spagnolo", in realtà, lo conosciamo bene. Basta riavvolgere il filo a quando loro erano Real e Barça, y nada mas. E noi, quelli capaci di portare trofei luccicanti anche lontano dall’asse Milano- Torino. La differenza tra Spagna e Italia, oggi, non la fanno le grandissime, ma la capacità della classe media di trovare posto in paradiso. Mentre la Juventus cannibalizzava titoli italiani aggiudicandosene 14 degli ultimi 20, tra scudetti, coppe e Supercoppe, le altre sembravano snobbare l’Europa. La borghesia del calcio spagnolo invece è proprio lì che ha costruito la propria nobiltà: aggiudicandosi sei delle ultime nove Europa League, equamente distribuite tra Atletico Madrid e Siviglia. Che oltre a riempirsi la pancia hanno accresciuto la visibilità del movimento più vincente d’Europa. Ora hanno anche il torneo più incerto, con il Siviglia capolista insospettabile e sulle orme dell’Atletico capace di dar scacco alle due grandi nel 2013. Quella che storicamente era la caratteristica più marcata della Serie A, capace di premiare Napoli, Samp, Cagliari, Verona.
Qualcosa però si muove anche in Italia: a due turni dalla fine della fase a gironi, le nostre quattro squadre in Champions hanno concrete possibilità di passare in blocco agli ottavi, Juventus e Roma potrebbero farcela già stasera, E se nel Ranking europeo avevamo chiuso il bilancio stagionale del 2017 al 5° posto continentale, dietro alle francesi, ora talloniamo il secondo delle inglesi. La Spagna però resta avanti anni luce: ha progressivamente dimezzato l’indebitamento dei propri club con le banche grazie a un aumento dei ricavi. Promuovendo una politica sui diritti televisivi che ha annientato la pirateria per tutelare gli investimenti dei broadcaster, più disposti quindi a spendere. E spostato gare clou in orari favorevoli ai mercati orientali. Pure la lotta alla contraffazione delle maglie da gioco ha fatto sorridere le realtà locali. Il prossimo passo è lo sviluppo infrastrutturale: se Florentino Perez investirà 525 milioni nel nuovo Bernabeu, Atletico e Real Sociedad hanno già inaugurato i loro stadi del futuro. Entro pochi anni lo faranno pure Valencia, Celta, Alaves e Rayo Vallecano. Campi su cui giocheranno giocano - per il 59% calciatori spagnoli. Da noi gli italiani sono il 39%: la prova che qualcosa da imparare potremmo averla ancora.