10/11/2018 13:57
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Il comune pensare di critica e tifoseria, porta in questi giorni a recitare ovunque la stessa frase: «Beh certo, se non gioca questa, allora non gioca più» . Il soggetto della frettolosa analisi è Patrik Schick, attaccante strapagato due estati fa dalla Roma (un totale di 42 milioni) e finito ai margini di un gruppo che ha come leader e punto fermo Edin Dzeko. Ma il numero nove a Mosca ha mostrato segnali di cedimento, legati a stanchezza e (forse) concentrazione. Di lui Di Francesco ha dimostrato di non privarsi mai, forte anche del fatto che il più giovane collega ceco, negli sprazzi di partita che gli sono stati concessi, di gloria ne ha fatta vedere ben poca. Ma domani pomeriggio ( ore 15), contro la sua ex squadra — quella Sampdoria in cui aveva fatto vedere di essere un predestinato, attirando l’attenzione della Juventus, prima, e della Roma, poi — non può che toccare a lui mettersi al centro dell’attacco giallorosso, dimostrando di voler restare nella capitale senza improbabili ipotesi di prestito a gennaio.