05/11/2018 13:34
LEGGO (F. BALZANI) - Mediocre, nel senso letterale del termine e senza l'accezione positiva che gli veniva data dai latini e quindi intesa come aurea mediocritas (il giusto mezzo). Il nono posto della Roma è tutt'altro che positivo e rappresenta un record negativo per la gestione americana dopo le prime 11 giornate. Mediocre è anche l'interpretazione che viene data a un pareggio come quello di Firenze, come se Roma e Fiorentina a inizio stagione partissero con le stesse ambizioni. Eppure oggi i due club - in campionato - sembrano simili: giovani da lanciare con alterne fortune, giocatori importanti come Under o Chiesa in rampa di vendita e una distanza siderale dal primo posto occupato dalla Juve. Così dal confronto coi bianconeri si è passati a quello col Napoli, poi a quello con l'Inter e oggi a quello con Lazio e Milan.
Un declassamento figlio di un mercato da bocciare come hanno dimostrato le scelte di Di Francesco. Poco turnover e nell'emergenza meglio un ragazzino come Zaniolo che mister 30 milioni Cristante. In attacco meglio Dzeko senza voglia che uno Schick senza arte né parte. Ma i riflettori vanno puntati pure sull'atteggiamento di una squadra che - parola di Florenzi che al Franchi ha salvato la baracca - si augura di giocare sempre come a Firenze. Non la pensano così i tifosi che nella notte di sabato hanno contestato duramente squadra e dirigenza nella stazione di Campo Marte. Stufi di una mediocrità che riguarda tutti e che non si salva nemmeno dall'alibi - pure questo inedito per la Roma americana - degli errori arbitrali. Che ci sono, e vanno rimarcati: tra Napoli, Empoli, Spal e Fiorentina ai giallorossi manca qualcosa. Ma avrebbero meritato più punti di quelli raccolti? No. Per questo i tifosi anziché colpire Banti o Orsato hanno preferito far sentire il loro sdegno a Pallotta, Baldissoni o Dzeko. Quest'ultimo è l'emblema di una squadra bipolare, e a volte depressa che in questa stagione ha tirato fuori gli artigli solo in Champions e al derby.
A dimostrare il flop dell'attacco giallorosso c'è un numero allarmante. Il reparto offensivo romanista, formato da Dzeko, Under, Kluivert, Schick, Perotti ed El Shaarawy ha segnato appena 6 gol in campionato. Peggio hanno fatto solo Bologna, Chievo e la stessa Fiorentina con 5. Il Napoli viaggia a 20 gol, la Juve a 16, la Lazio a 11. Anche i dati difensivi sono da film horror: 14 gol subiti, più del doppio (6) della scorsa stagione.
Tutto questo lascia inevitabilmente sulla graticola Di Francesco, che torna a rischio esonero in caso di fallimento a Mosca e con la Samp. Al Franchi sabato a vedere la partita c'era Paulo Sousa che, chiusa l'avventura cinese, è libero e disponibile.