17/12/2018 13:19
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Serata surreale in un Olimpico mezzo vuoto (23mila i presenti), infreddolito e immerso in una dura contestazione. Eppure, tra papere di Olsen, giocatori terrorizzati, campo appesantito dalla pioggia e panchina che più traballante non si potrebbe, la Roma riesce a battere il Genoa (3-2). Di Francesco respira, seppur a fatica, contando tre punti in piu in classifica e qualche altra ora di sopravvivenza, mentre i tifosi sembrano sempre più esasperati e disamorati. La contestazione più evidente è nata nella notte tra sabato e domenica, con decine di striscioni e volantini attaccati per tutta la città con un unico bersaglio: Pallotta. "Go home", "Vattene" e altre scritte pesanti nei confronti del presidente giallorosso, bersaglio principale, insieme al resto della dirigenza, del tifo più caldo. "Presidente, società e giocatori non siete degni dei nostri colori", la scritta enorme esposte sul ponte Duca d'Aosta prima della sfida del Genoa, che ha visto la curva sud restare in una silenziosa protesta per dieci minuti (con le prime file lasciate vuote), e uno striscione emblematico ("21 punti in 15 partite, ve svejate?"), prima di partire con i cori di sostegno alla squadra, colorando parte del settore con 600 bandierine.
Squadra fischiata durante il riscaldamento (unici risparmiati Zaniolo e De Rossi, che si è preso l'applauso dei circa trentamila presenti), fischi che si becca anche l'allenatore, che dai cori e dagli striscioni di protesta e stato invece risparmiato. Oggi Monchi volera a Boston per incontrare Pallotta. "Ci vado ogni mese e mezzo, abbiamo tante cose in ballo e con me ci saranno Calvo e Fienga - prova a schivare l'argomento il ds spagnolo - è normale che il presidente voglia sapere qual e la situazione, tra tecnico e squadra, ma è normale, mica andiamo a Boston a parlare dei Celtics, è chiaro che parleremo di calcio". E poi l'anunissione: "Tutti siamo in discussione, io per primo, che sono responsabile di tutte le scelte. E giusto che i giocatori si prendano le colpe, ma la fiducia in loro resta alta, senza alcun dubbio". L'esclusione di Schick dalla formazione iniziale crea una frattura con il giocatore, lasciato fuori anche con Dzeko infortunato (che rientrerà probabilmente sabato prossimo a Torino, contro la Juve). L'attaccante ceco a questo punto ha il destino appeso al futuro di Di Francesco, e si valuterà se darlo in prestito a gennaio.