03/12/2018 15:57
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI) - La grande paura è che stasera a Bergamo piovano parole come pietre. Non sarà, Atalanta-Napoli, solo una sfida molto importante nella rincorsa alla Juve, sarà anche un esame di maturità civica o, forse, un possibile agguato da parte di qualche squallido razzista. «Sono soltanto speculazioni di cattivo gusto, Bergamo è un posto dall'atmosfera magnifica per giocare a calcio» dice Gian Piero Gasperini, che giustamente non accetta il processo alle intenzioni. Ma quel comunicato degli ultrà nerazzurri dal titolo "Noi non siamo napoletani", per rivendicare il diritto allo sfottò anche territoriale, non pub lasciare tranquilli. Perché questi non sono giorni qualunque. Questi sono i giorni degli appelli contro l'odio e la violenza da stadio, chiusi come se niente fosse con le terribili scritte contro Gaetano Scirea e i morti dell'Heysel fuori dallo stadio di Firenze. Sono i giorni seguiti alla franchezza di Ancelotti: «Non possiamo più accettare, è il caso di lasciare il campo se verremo ancora insultati». E il Napoli, offeso addirittura durante Udinese-Roma, gara in cui Napoli non c'entrava nulla, avrebbe davvero deciso di abbandonare prima o poi il terreno di gioco in caso di razzismo. Da tempo è un'ipotesi concreta. Tremano i GG Ancelotti è entrato nel cuore della città, ma quest'anno è difficile, la Juve non si ferma mai.
La battaglia contro l'intolleranza e l'inciviltà è stata incoraggiata anche da Massimiliano Allegri: «Nello sport non esistono nemici ma solo avversari. Le scritte su Scirea? Certa gente dovrebbe essere arrestata». Interviene anche il cittì Mancini: «Cose squallide, impossibili da commentare, perb io credo che non si debba dare spazio a certa gente». Ma stasera cosa farà l'arbitro Giacomelli in caso di cori inaccettabili? Il presidente federale Gravina si è appena espresso per la sospensione delle partite per episodi di razzismo, e la sua voce non pub essere ignorata. L'ultimo precedente tra Atalanta e Napoli, a febbraio, non è purtroppo incoraggiante: ululati, insulti e una bottiglietta contro Koulibaly, quasi rissa tra un tifoso bergamasco e Allan e, alla fine, un turno di squalifica alla curva Nord con sospensione della pena per un anno. La tana degli ultrà resta dunque a forte rischio, ma di più il senso comune della sportività.